Sangiuliano-Sgarbi, scontro sui compensi di quest’ultimo. Lui: “Non mi dimetto”

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“Sono indignato dal comportamento di Sgarbi, va bene? Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Ma mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose”. Lo dice al Fatto Quotidiano il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Ho subito avvertito chi di dovere – afferma – e segnalato di averlo fatto a Giorgia Meloni. Del resto si sa, non l’ho voluto io e anzi: cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro”. “Io – precisa Sangiuliano parlando delle attività di Sgarbi, parallele al ruolo da sottosegretario – non sapevo nulla, l’ho appreso leggendo l’articolo del Fatto. Ma se fino a ieri potevo dire di non sapere ora so, e dunque scatta la mia responsabilità. E infatti metterò in essere una serie di atti che potrebbero avere delle conseguenze”. Sangiuliano chiarisce poi che l’Antritrust “dovrà verificare una volta per tutte se quell’attività a pagamento è contraria alla legge. A me sembra di sì, e infatti appena venerdì ho appreso della questione, ho preso tutte le carte e le ho subito mandate all’Antitrust, che è l’istituzione competente. E questo lo posso dimostrare”. E il portavoce dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha già fatto sapere di aver ricevuto la documentazione relativa al caso. Intanto, emerge anche che la presidente del Consiglio, appena le sarà possibile, approfondirà la vicenda e successivamente farà le sue valutazioni.

LE PAROLE DI SGARBIArriva puntuale la reazione di Sgarbi che ha parlato di una “sequela di bugie” che procurano “un grave danno reputazionale mio e di tutti gli altri soggetti citati, accomunandoli a ipotesi di reato che, in quanto fondate su presupposti falsi, configurano una grave calunnia per la quale, adesso, si renderà necessaria anche una denuncia alla Procura della Repubblica”. In una lunga nota il sottosegretario accusa il Fatto Quotidiano di riportare “integralmente le ricostruzioni diffamatorie e calunniose di una lettera anonima inviata a istituzioni e giornali attraverso la violazione fraudolenta di due account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, rendendosi così complice delle falsità in essa contenute spacciandole per ‘fatti’, getta discredito sul mio operato e su quello dei miei collaboratori, con irreparabile pregiudizio sotto il profilo professionale e umano”. Sgarbi ha poi precisato, ad Affaritaliani.it, che non c’è “nessuna” possibilità che si dimetta. “Qualunque articolo viene pagato, come qualunque libro genera diritti d’autore. Ogni libera prestazione, conferenza, spettacolo, deve essere pagata”, ha concluso.