Un intenso atto unico che coinvolge e sconvolge lo spettatore dall’inizio alla fine catapultato nella diabolica vendetta di “Enrico IV”, interpretato magistralmente da Mario Sorbello sul palco del teatro Fellini, in quella che è la massima espressione della poetica pirandelliana. Una fluida ed acuta follia protetta dalla pazzia che racchiude perfettamente la dualità tra finzione scenica e il dramma borghese fondamentale nella produzione teatrale di Luigi Pirandello, che insieme al relativo concetto di verità si adatta al dramma esistenziale della quotidianità.
La vicenda di un uomo che da circa vent’anni veste i panni di Enrico IV di Germania, mettendo in scena i temi dell’umorismo e del rapporto tra realtà e finzione nella meta-teatralità tipica dei testi più importanti della produzione di Pirandello è lo specchio reale della complicata nevrosi pirandelliana, dove la condizione di pazzo vissuta ed interpretata dal protagonista nell’adattamento di Mario Gaziano e dello stesso Sorbello autore anche dell’intelligente regia, è l’unica via di salvezza del protagonista che agli occhi del pubblico diventa la personificazione stessa del concetto di teatro. In questo dramma esistenziale diviso tra quotidianità e verità, rappresentato e prodotto dalla CGS Karol Compagnia Teatrale, gli attori Maria Luisa Lombardo, Egidio Pollicina, Luca Lombardo e Alessia Costa, vestiti con i costumi di Francesco Miceli, diventano delle marionette, che aspettano di essere manovrati da chi ha ideato questo particolare ed arzigogolato ragionamento di questa ben riuscita edizione di un Enrico IV dagli imprevedibili e non scontati risvolti emotivi.