Giorgia Meloni prende tempo sul salario minimo, che per lei non risolve affatto il problema dei bassi salari e del lavoro povero. E davanti alle opposizioni, che si presentano per la prima volta unite a Palazzo Chigi per affrontare il nodo del salario minimo, rilancia proponendo di dare al Cnel la regia di un lavoro approfondito per arrivare a una proposta di legge “che affronti una materia così ampia nelle sue complessità”. Un tentativo di “fare melina”, un “diversivo” per la minoranza che, poco convinta che si arriverà a un risultato, non si sottrarrà “al confronto” ma allo stesso tempo continuerà anche con la raccolta firme la battaglia per il salario minimo. La premier per la prima volta scende in piazza Colonna per una dichiarazione. Pd, M5s, Azione, Verdi, Sinistra e +Europa si presentano puntuali alle 17. Da una parte il governo, con la premier al centro, dall’altra Elly Schlein e Giuseppe Conte ai due lati di uno spazio lasciato per far partecipare – dallo schermo da cui è videocollegato – anche Matteo Salvini. Che parla poco durante il confronto, anche se la Lega poi sarà la più tranchant nei confronti di opposizioni che restano “sulle loro posizioni ideologiche”. Una certa “rigidità” la nota anche Antonio Tajani, assicurando comunque che l’obiettivo è quello di “salari più ricchi”.