Pier Silvio prenda in mano il futuro di Forza Italia

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di Andrea Di Bella

Vi è un fatto che innegabilmente ha scosso la politica e la società a livello mondiale: la scomparsa dell’ex premier e presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. Una circostanza che ha certamente provocato un cortocircuito senza precedenti nella storia contemporanea: Berlusconi ha fondato il centrodestra politico ed organizzato in Italia, ha inventato dal nulla un partito moderato e liberale che ha saputo degnamente sostituire in chiave moderna quello che fu la Democrazia Cristiana, e lo ha proposto agli italiani riuscendo a farlo votare in massa alle elezioni del 1994; nello stesso anno, vinta una sfida da molti ritenuta impossibile, ha permesso alla destra sociale (fino al 1993 relegata ad un ruolo marginale dal punto di vista delle politiche di Governo) di entrare a Palazzo Chigi in coalizione con la Lega, ha governato per più giorni di qualsiasi altro presidente del Consiglio prima e dopo di lui. Ed è riuscito, tra alti e bassi ma sempre da protagonista, a mantenersi centrale sulla scena politica nazionale italiana ed internazionale fino al giorno della sua morte lo scorso 12 giugno.

Adesso che ha lasciato questa vita terrena, vanno fatte opportune valutazioni sul futuro di Forza Italia e del centrodestra.

Negli ultimi giorni due notizie. Prima di recarsi per l’ultima volta al San Raffaele di Milano, Berlusconi ha scritto una lettera indirizzata ai figli e svelata ai destinatari ed alla stampa solo quasi un mese dopo il decesso. Le ultime volontà del Cavaliere ridisegnano complessivamente gli equilibri della galassia societaria in capo alla famiglia dell’ex premier. La maggioranza di Fininvest ai figli maggiori Marina e Pier Silvio, che dovranno spartirsi in quote uguali il 53% che controlla la holding. Tutto il resto suddiviso in parti uguali ed assegnato complessivamente ai cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi.

Seconda notizia. Prima della sua morte, Berlusconi non ha inteso indicare alcuna linea a Forza Italia relativamente il suo futuro: una sottolineatura non trascurabile, dato che il partito fondato dal Cavaliere è stato da sempre tenuto in piedi finanziariamente per tramite del versamento di fondi patrimoniali dello stesso fondatore. Da ultimo la dichiarazione della figlia maggiore Marina che ha assicurato, a nome della famiglia, “vicinanza al partito”. Un partito, si ricorda, a vocazione leaderistica al momento orfano di una guida, nel frattempo affidata al vicepresidente e coordinatore nazionale Antonio Tajani, anche vicepremier e ministro degli Esteri del Governo Meloni. Ma il tema della “successione” resta.

Se è vero che l’effetto nostalgia sul partito gli ha permesso, immediatamente dopo la scomparsa del suo presidente, di balzare nei sondaggi sfiorando il 12% (ad un passo dal M5S) e diventando così quarto partito nazionale, è vero anche che tali effetti benefici subiranno con ogni probabilità una battuta d’arresto, in attesa che una rinnovata Forza Italia possa essere proposta agli elettori, verosimilmente dopo le elezioni Europee del 2024. Servirà una leadership forte, riconosciuta dal partito e che possa garantire stabilità sia al Governo che all’intero centrodestra.

Vi è una sola personalità che potrebbe tentare di ereditare la guida degli azzurri. Questo è Pier Silvio Berlusconi, attuale amministratore delegato e vicepresidente di Mediaset, figlio prediletto di Silvio ed unico in grado di proseguire il lavoro del padre. Dalla sua parte un sondaggio riservatissimo che lo attesta al 20% di gradimento come possibile leader di Forza Italia tra gli elettori del partito.

Uomo d’azienda e del lavoro come il padre, mai stato in politica ma che ne conosce tutti i meccanismi, saprebbe certamente imprimere quella forza necessaria al rilancio del movimento, oltretutto continuando ad assicurare alla struttura politica anche il brand “Berlusconi” che in alcune rilevazioni è dato dall’1,5% al 2,5% dei consensi. Editoriale pubblicato sul quotidiano Italiachiamaitalia.it lo scorso lunedì 10 luglio 2023