Corruzione in Ue. Fermata vicepresidente Europarlamento Eva Kaili

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Alcuni membri del Parlamento europeo sono finiti al centro di un’inchiesta della procura di Bruxelles: l’accusa è quella di aver accettato mazzette per influenzare le decisioni sul Qatar. Coinvolto soprattutto il gruppo dei Socialisti. Ieri, venerdì 9 dicembre, sono stati fermati quattro italiani, tra i quali l’ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1 Antonio Panzeri e l’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Ituc Luca Visentini. Ma tra le persone coinvolte c’è anche Eva Kaili, vice presidente in carica dell’Eurocamera. Secondo quanto si apprende, un Paese del Golfo avrebbe tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo “versando ingenti somme di denaro o offrendo regali di grande entità a terzi che ricoprono posizioni politiche o strategiche di rilievo all’interno del Parlamento europeo”. La procura non ha diffuso il nome del Paese, ma secondo i quotidiani belgi Le Soir e Knack sarebbe il Qatar, che in questi giorni sta ospitando i Mondiali di calcio.

Sotto accusa è finita anche Eva Kaili, vice presidente in carica dell’Eurocamera: l’esponente socialista greca è stata fermata, interrogata e la sua abitazione è stata perquisita. Secondo il quotidiano belga L’Echo, nella casa sarebbero stati trovati “sacchi di banconote”. Un particolare che chiarirebbe come mai Kaili sia stata arrestata nonostante l’immunità parlamentare. Secondo il regolamento interno del Pe, infatti, l’immunità decade in caso di flagranza di reato