Nessuna battuta d’arresto per le polemiche dell’opposizione contro il nuovo reato anti Rave party nel decreto varato dal governo Meloni che, nel primo Consiglio dei ministri operativo, ha stabilito che organizzarne uno o promuoverlo diventa un reato punibile con pene fino a sei anni di reclusione. Per l’opposizione è una norma “fascista” e reazionaria che rischia di punire le legittime manifestazioni. Il giorno dopo la riunione del Cdm il dibattito non si spegne: “Il problema non sono i rave party. Si tratta di un evidente specchietto per le allodole”, dichiara Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno. “La verità è che questo provvedimento riguarderà gli operai che occupano le fabbriche, gli studenti che occupano le scuole e le università ed altro ancora. Sono la destra, per loro l’ordine pubblico si fa così, con la repressione e le pene che crescono. Bisogna mobilitarsi senza se e senza ma contro questo scempio. Del diritto e del buonsenso”, dice Scotto. Il segretario del Pd Enrico Letta chiede che “il Governo ritiri il primo comma dell’art434bis di riforma del Codice Penale”. “È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile”, scrive su Twitter. La libertà dei cittadini così viene messa in discussione”.