di Lucia Paternò
Nell’ambito del Festival delle “Sacre armonie” il paternese ensemble Medievales Aetnei ha incantato il numeroso pubblico con la messa in scena dell’opera duecentesca “Ludus Danielis”, un dramma liturgico. Cornice dell’edizione 2022 del Festival di musica sacra è stata la chiesa della Santissima Trinità di Catania, dove solo qualche giorno fa, tra le sue volte barocche ha vibrato un’atmosfera medievale di grande passione artistica: il concerto/rappresentazione diretto dal maestro Salvatore Coniglio scaturisce dal recupero di un antico manoscritto raramente eseguito, probabilmente mai in Sicilia, ma sicuramente per la prima volta a Catania.
“Ludus Danielis” infatti è un’opera anonima risalente al XII secolo, di essa esistono due versioni intorno alla vita del profeta Daniele, l’ultimo dei profeti biblici, una attribuibile al chierico Ilario seguace di Abelardo scritta in latino intorno al 1140 e un’altra redatta dai giovani scholares della cattedrale di Beauvais, in Francia, tra il 1227 e il 1234, versione interamente musicata. Il dramma liturgico narra la vicenda delle sacre scritture inerente Daniele e i leoni, quando il profeta viene gettato nella fossa le fiere invece di sbranarlo diventano mansuete, a quel punto si annuncia l’avvento del Messia. Queste rappresentazioni volevano essere, all’epoca, un modo per far comprendere visivamente le storie religiose che altrimenti il popolo non istruito, che non comprendeva la lingua latina, non avrebbe mai conosciuto. Su questa scia di condivisione culturale si muove l’azione artistica dei Medievales Aetnei, l’ensemble nasce, all’interno dell’associazione coro polifonico “Sturm und Drang” nel 2014 fondato dai fratelli Tiziana, Fabio e Salvatore Coniglio, con l’obiettivo di divulgare la musica inedita ma attuale, in grado di aprire nuovi orizzonti alla musica medievale sovente adombrata dall’ampio repertorio nazionale ottocentesco.
Le parti giunte fino ai nostri giorni, del dramma liturgico “Ludus Danielis”, hanno mantenuto solo la scrittura del canto, la parte musicata è stata ricostruita con un sapiente lavoro di tecnica ed equilibrio da parte del maestro Coniglio e degli altri membri del complesso, con l’utilizzo degli strumenti d’epoca come: l’organo portativo, la citola, il liuto, la viella, la bombarda e il corno di camoscio solo per citarne alcuni.
Una grande varietà di melodie, comprendente l’ampio spettro delle monodie (assoli) medievali caratterizza l’opera anche se non sono mancate le parti corali, rilevante nel corso dell’evoluzione del genere è stato il graduale passaggio dal latino al volgare a renderlo sempre più fruibile. Il folto pubblico ha apprezzato il concerto /rappresentazione, dove ognuno degli artisti ha dato il meglio di sé facendo vivere le vicende del profeta Daniele, del re Baldassarre e di Dario di Persia e degli altri personaggi biblici. Giovanni Abbadessa, Silvia Alongi, Ludovica Bruno, Diego Cannavò, Roberta Celano, Salvo Disca, Graziano D’Urso, Luigi Fabiano, Graziano Grancagnolo, Simone Lo Castro hanno cantato, Salvatore, Tiziana e Roberto Fabio Coniglio con Alessio Correnti hanno suonato gli strumenti medievali.