“Dimorfismo sessuale mito del ‘700”. Ci siamo giocati pure Scientific American

Sharing is caring!

di Giuliano Guzzo

C’era una volta un solo sesso, quello maschile, con quella femminile ritenuta una sua «versione inferiore». Poi, nel ‘700, si è fatto strada il «modello a due sessi», utile «principalmente a rafforzare le divisioni di genere e razziali collegando al corpo lo status sociale». Firmato Scientific American, in teoria – essendo stata fondata quasi 180 anni fa – una delle più antiche e rispettate riviste di divulgazione scientifica, in pratica l’ennesima testata asservita all’ideologia gender.

Come noto, infatti, nella prospettiva genderista, al di là di aspetti anatomici e genetici, la differenza tra i sessi è un mero costrutto sociale sotto forma di stereotipi di cui una società che voglia dirsi libera deve sbarazzarsi. Che è esattamente ciò che oggi sostiene Scientific American, liquidando il dimorfismo sessuale come un retaggio politico settecentesco. In realtà, una cosa indubbiamente negativa che risale a quell’epoca c’è – è il razzismo -, ma la differenziazione tra maschi e femmine accompagna l’umanità da sempre.

Anche senza scomodare la Bibbia («maschio e femmina li creò»), abbiamo infatti una marea di evidenze al riguardo. Tanto che, per dire, perfino gli studiosi intenzionati a trovare un principio storico ai differenti ruoli tra uomo e donna nella società, sono stati costretti a spingersi al 3.500 a.C. e oltre, al Neolitico – millenni prima del cristianesimo -, come suggerisce un interessante lavoro pubblicato sull’European Journal of Archaeology. Il «modello a due sessi» è dunque assai più antico di quanto suggerisce Scientific American.

Non solo. La più recente letteratura scientifica ci dice come le differenze negli interessi tra uomo e donna si osservino in svariate decine di Paesi, anche ben diversi tra loro, e globali siano pure le differenze sessuali nella personalità. Tutto ciò senza dimenticare il fatto che delle difformità comportamentali tra maschi e femmine, come modestamente ha potuto documentare anche chi scrive, si osservano nei neonati e nel mondo animale nei cuccioli. Altro che «modello a due sessi» idea settecentesca. Giulianoguzzo.com