Il posizionamento liberal e progressista dei volti noti è ormai una certezza consolidata: se un cosiddetto vip apre bocca in campagna elettorale, ci si faccia caso, lo fa quasi certamente contro «la destra». Matematico. Per questo è impossibile stupirsi del fatto che Chiara Ferragni abbia deciso, in vista del 25 settembre, di provare a dare una spinta ad un centrosinistra in affanno affermando che «FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni».
Fonte di questa affermazione è un post di The Vision che, a sua volta, si appoggia esplicitamente ad un articolo del Guardian. Capito? L’influencer più nota d’Italia solleva un allarme che riguarderebbe una regione del nostro Paese facendo propria, in definitiva, una fonte estera senza dubbio autorevole, nessuno ne dubita, ma che non si capisce per quale singolare ragione dovrebbe poter vantare una conoscenza più approfondita di altri della nostra penisola. In effetti, su questo il Guardian ha preso una cantonata.
Non «la destra», infatti, ma l’ultima relazione sull’applicazione della legge 194 firmata dal ministro Speranza afferma che nelle Marche l’offerta del cosiddetto “servizio di Ivg” è di gran lunga superiore a quella nazionale, con gli aborti effettuabili in quasi il 93% delle strutture sanitarie (92,9% è il dato esatto), mentre la media italiana è del 62%. Non solo: anche gli aborti dopo la dodicesima settimana, nella regione dove sarebbe «praticamente impossibile abortire», sono tutt’altro che rari. Lo conferma sempre la fonte ministeriale, là dove afferma come nelle Marche tali interventi siano il 6.8% del totale, con una media nazionale del 6,5%.
Potremmo continuare a lungo, non fosse già chiaro come quello sollevato da Ferragni tutto sia fuorché un allarme fondato – ammesso e non concesso che la difficoltà di abortire, e non l’aborto, si possa ritenere un allarme. Ma al di là del merito della questione, ciò che dispiace è che vi siano milioni di utenti, giovani e giovanissimi, che alla popolare imprenditrice ed altri suoi colleghi prestano ascolto pure quando – com’è avvenuto per il ddl Zan e come accade oggi per l’aborto – costoro esprimono un pensiero sì libero, ma non informato. Ma pure di questo non ci si può stupire, dato che le fake news sull’aborto sono un’antica specialità della sinistra, e neppure solo italiana. Giulianoguzzo.com