Un valore aggiunto di 1,8 miliardi di euro su un fatturato globale di 5,5 miliardi. Frutto del lavoro di circa settemila aziende, con un bacino di oltre 32 mila dipendenti. Sono i numeri dell’industria catanese forniti dal segretario di Fismic Catania Saro Pappalardo, nel corso del quarto congresso territoriale del sindacato, che si è tenuto stamattina all’hotel NH – Parco degli Aragonesi. Un importante momento di confronto e partecipazione, alla presenza dei delegati territoriali, della segretaria nazionale di Fismic Confsal Fabiana Agostini e del segretario generale Roberto Di Maulo. Durante il congresso sono state rinnovate le cariche sociali del sindacato. Pappalardo è stato confermato segretario all’unanimità, mentre la nuova segreteria sarà composta da Davide Agricola, Vincenzo Cantone, Salvatore Crisafi, Massimiliano Pistorio e Salvatore Gelardi (Comitato dei saggi).
Per Pappalardo i risultati dell’area industriale catanese dipendono anche dalla presenza di multinazionali del calibro di St Micreolectronics, International Paper Italia, Pfizer, Parmalat, “ma Catania potrebbe fare ancora di più, se solo riuscisse a sfruttare la propria posizione nel Mediterraneo e gestire al meglio le risorse europee”. La relazione del segretario è partita dall’analisi della situazione attuale, gravata dagli strascichi della pandemia e dalle preoccupazioni per la guerra in Ucraina e le sue conseguenze. Un momento storico complesso che “impone di trovare soluzioni” e al contempo innesca “profondi processi di trasformazione, che rimettono al centro la persona, in particolare i soggetti più deboli, sostenendo l’economia”. A proposito di economia, Pappalardo ha affrontato il tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sul tavolo oltre 222 miliardi, di cui circa 25 dovrebbero arrivare in Sicilia. Il Pnrr rappresenta “un’occasione storica”, ma va scongiurato il pericolo evidenziato dallo Svimez, “secondo cui l’Isola rischia di non riuscire a ottenere le risorse stanziate a causa di burocrazia, lentezza e assenza di tecnici”.
Pappalardo si è concentrato poi sulla ST Microelectronis. L’azienda, con oltre 4.500 dipendenti, rappresenta il 17 per cento della forza lavoro del sistema locale di Catania, e lo scorso anno ha ottenuto risultati molto positivi. “Il 2021 è andato al di là delle aspettative, e il 2022 fa intravedere ulteriore crescita”. Lo stabilimento etneo “è e rimarrà leader nell’elettronica di potenza” e deve puntare a diventare “sempre più centrale nel mercato dei semiconduttori”. Un obiettivo reso possibile dalla legge nota come Chips Act, “che mira a rafforzare la competitività dell’Europa e realizzare la transizione digitale ed ecologica”. Gestire al meglio tali risorse, sottolinea Pappalardo, “non può e non deve essere soltanto un’aspirazione del management della ST o del sindacato”, ma dovrebbe diventare “la vocazione dell’intera comunità”.
Per quanto riguarda i dipendenti, Pappalardo ha rivendicato “l’aumento strutturale della retribuzione del tre per cento”, stabilito dalla multinazionale a “fronte della dedizione e dell’impegno dimostrato in pandemia”. Resta da risolvere la situazione dei cosiddetti “summer job”, ovvero le centinaia di giovani “che in questi anni hanno partecipato alla crescita dell’azienda col loro lavoro, seppur a tempo determinato, e ai quali è giusto garantire la possibilità di una vita stabile”. Sul fronte degli investimenti “nessun’altra azienda in Italia sta facendo ciò che fa ST”, cosa che non sempre viene sottolineata “purtroppo nemmeno da tutto il sindacato”. Su alcuni fronti specifici però occorre fare chiarezza, ha sottolineato Pappalardo. “Per quanto riguarda i substrati, i vertici della multinazionale hanno confermato solo un investimento sulla linea pilota, quando la location potrebbe ospitare ben altro”.
Il segretario ha tracciato anche le linee guida per il futuro di Fismic Catania, a partire dall’impegno per la sicurezza sul lavoro, la riforma degli ammortizzatori sociali e delle regole sulla contrattazione. Con un’attenzione particolare alla cura dei rapporti umani. “Per noi il senso e l’efficacia dell’impegno sindacale si fondano sulla valorizzazione dell’altro e sul valore della solidarietà”, ha concluso Pappalardo. “In questo quadro, contrattazione e democrazia sono per Fismic gli strumenti idonei a governare i cambiamenti, necessari per essere un sindacato riformista e fortemente europeista”.