“Non si arriva a una meta se non per ripartire. Quella di oggi non è che una tappa della nostra azione sindacale. Da subito chiediamo di dare al Teatro tutti gli strumenti per il rilancio, a cominciare dall’assunzione di tutte le figure professionali necessarie e al giusto inquadramento professionale dei lavoratori stabilizzati”. Contento della stabilizzazione dei precari storici del Teatro Massimo Bellini di Catania, il segretario regionale del sindacato autonomo Snalv, Confsal, Antonio Santonocito si dice già pronto a ripartire nella vertenza sindacale perché il Teatro sia strutturato a dovere per il suo rilancio, e consequenzialmente per quello di tutta la città.
Non è stato semplice arrivare a questo traguardo. Ci sono voluti 30 anni. I primi lavoratori con contratto a tempo determinato, infatti, sono stati assunti negli anni 90. Ai primi si sono aggiunti gli altri, assunti con una selezione al collocamento, e come in un film paradossale da una parte la Regione finanziava il Teatro, dall’altro non assumeva la gente per farlo andare avanti. Per tanti anni infatti, le maestranze hanno lavorato 11 mesi e il dodicesimo, invece di goderlo come giuste ferie, venivano licenziati per poi ricominciare da capo. Negli anni, invece di essere assunti, la loro situazione è peggiorata. Stanche e deluse, le maestranze del teatro Massimo Bellini di Catania hanno fatto tanti giorni di sciopero, hanno occupato il tetto del Teatro per più di un mese, hanno occupato il suo palco cercando di mettere in forse lo svolgimento degli spettacoli, hanno occupato gli uffici presenti al Teatro Sangiorgi. Ogni volta arrivavano nuove promesse, nuovi mini contratti che certo, permettevano ai lavoratori di portare a casa lo stipendio per i bisogni delle proprie famiglie ma non risolvevano il problema della precarietà. Durante le tante proteste qualcuno ha anche minacciato gesti estremi che, per fortuna, non si sono mai concretizzati.
Oggi finalmente si può parlare al passato, si può dire che la precarietà dei lavoratori del Teatro Bellini è solo un ricordo. “In questa circostanza”, dice Santonocito, “come non condividere le parole di Salvo Agosta, una delle maestranze del Teatro Massimo Bellini che parla in rappresentanza di tutti i lavoratori che hanno appena festeggiato il contratto a tempo indeterminato”. “Non mi sembra vero, sono emozionato di avere finalmente tra le mani il giusto contratto. Un contratto che certifica l’importanza del mio lavoro e di quello di tutti i miei colleghi per il funzionamento del Teatro più importante della città di Catania: il Teatro Massimo Bellini. Quasi non ci speravamo più, qualche collega ha anche pianto all’atto della firma. Abbiamo fatto tanti anni di lotte, lotte dure, sempre sostenuti dal sindacato Sanvl, Confsal. Nonostante la risonanza nazionale della nostra azione sindacale è stata poca o quasi nulla la solidarietà dei colleghi. Oggi tanti si affrettano ad attaccarsi medaglie e patacche. Ma va bene così, sappiamo come vanno certe situazioni. Noi comunque possiamo dirci soddisfatti e dedichiamo il nostro successo a chi non c’è più, a chi è andato in pensione da precario e a chi è morto da precario”.
“La stabilizzazione non ha esaurito un processo che deve necessariamente continuare”, aggiunge Santonocito. “Da domani, quindi, si ricomincia per il rilancio del Teatro, che resta una delle poche istituzioni che possono rilanciare la città visto che la nota inchiesta all’Università, le vicende legate all’Amministrazione comunale e financo alla squadra del Catania certamente non ci hanno collocati ai primi posti della classifica”. Comunicato stampa