di Giuliano Guzzo
Che la si guardi da un’angolatura giornalistica oppure meramente ecclesiale, cioè da osservatori oppure da fedeli, il risultato non cambia. In ogni caso, costituisce una notizia notevole la decisione, da parte del Santo Padre, di consacrare, il prossimo 25 marzo, la Russia e l’Ucraina al cuore immacolato di Maria mentre, in contemporanea, il cardinale Konrad Krajewski farà lo stesso a Fatima.
Inutile dire che il richiamo alla località portoghese non è un caso dato che, nell’apparizione del 13 luglio 1917 in quel luogo, era stata la Madonna a chiedere la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati, aggiungendo pure che, se le sue richieste fossero state accolte, la Russia si sarebbe convertita e ci sarebbe stata la pace.
Diversamente, sempre stando a quanto prospettato dall’esortazione mariana, la Russia avrebbe diffuso i suoi errori nel mondo intero, con conseguenti guerre, persecuzioni e l’annientamento di varie nazioni. A quell’appello del Cielo, Papa Pio XII rispose il 31 ottobre 1942, consacrando tutto il mondo e il 7 luglio 1952 consacrando i popoli della Russia al Cuore Immacolato di Maria.
Successivamente, altre due consacrazioni furono fatte da san Giovanni Paolo II: una a Fatima, il 13 maggio 1982, l’altra a Roma, il 25 marzo 1984, ma la Russia non fu menzionata esplicitamente; tanto che il pontefice polacco, in quell’occasione, sentì il bisogno di uscire dal testo ufficiale per aggiungere a braccio un’invocazione. E veniamo così ai giorni nostri, e cioè con la consacrazione che verrà tra dieci giorni esatti.
In questo modo, Papa Francesco – che ha già ripetute volte chiesto la fine della guerra in Ucraina, senza però mai citare la Russia (cosa che ha irritato più di qualcuno) – risponderà ad una richiesta molto sentita sia dai fedeli, sia dalla Conferenza episcopale ucraina che aveva sollecitato esplicitamente il pontefice a fare questo passo. Che ha pochi precedenti nella storia, come abbiamo visto, e che certamente alla storia è destinato a passare. giulianoguzzo.com