Il fatto che Donald Trump non sia più Presidente e non sieda alla Casa Bianca non ha placato, negli Stati Uniti, un’ondata antirazzista che ha ampiamente superato il perimetro della ragione per tuffarsi in quello del fanatismo. La faccenda è talmente seria che a scuola, ormai, i professori tremano alla sola idea di dover dare un brutto voto ad uno studente di colore che non risultasse brillante nell’affrontare un’interrogazione o un test.
Su American Conservative, lo scrittore Rod Dreher ha riferito di aver scambiato due parole con un docente, peraltro di orientamento progressista, il quale gli ha confidato che nella sua università «tutti hanno paura di essere accusati di razzismo, se ad uno studente di colore non piace il suo voto. C’è un’ansia profonda su questo». Sempre Dreher ha scritto di un accademico a cui il preside ha intimato di alzare il voto ad un allievo di colore.
«Eredità dell’oppressione», sono le parole che questo docente si è sentito pronunciare dal dirigente per motivare lo scarso rendimento del suo studente, da appianarsi con una votazione più elevata di quella meritata. Beninteso, Dreher non inventa nulla. Bari Weiss giornalista e scrittrice americana che nel luglio 2020 si è dimessa dal New York Times, stanca del conformismo della mitica testata, racconta di casi addirittura più sconvolgenti.
«Uno studente liceale di New York», ha segnalato l’editorialista, «mi ha raccontato che agli studenti della scuola scuola viene detto: “Sei bianco e maschio, se vuoi parlare se il secondo della fila”». Essere bianchi sta quindi diventando una colpa, bianchi maschi un’infamia. Invece la pelle scura passa per merito. Tutto ciò ha una logica precisa, spiega sempre la Weiss, e cioè quella secondo cui, per riparare a secoli di discriminazioni, ora occorre discriminare al contrario, a mo’ di risarcimento.
Presto cose simili accadranno pure in Europa. Questione di tempo. Ma proprio per questo occorre interrogarsi sul fenomeno e domandarsi come si possa essere così miopi da non vedere come l’antirazzismo ideologico non potrà che generare nuove tensioni sociali, non risolvendo bensì inasprendo sentimenti di rivalità e conflitto. La demonizzazione dell’uomo bianco, infatti, non solo diffonde odio, ma finirà col penalizzare ulteriormente le persone di colore, che diverranno bersaglio della rabbia di chi scorgerà in loro i nuovi (ingiustamente) privilegiati. É difficile da capire?