L’apertura della scuola vista dai social. L’analisi pubblicata da Ansa

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L’apertura delle Scuole Vista dai Social Oggi nella maggior parte delle regioni del nostro Paese suona la campanella di riapertura delle scuole. Rientrano a scuola oggi 3,8 milioni di alunni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, oltre a quelli della Valle d’Aosta e della Provincia di Trento.

Le lezioni sono già riprese il 6 settembre per gli studenti della Provincia di Bolzano, mentre inizieranno domani, 14 settembre, per oltre 192mila alunni della Sardegna, il 15 settembre per 1,7 milioni di bambini e ragazzi delle Regioni Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana, il 16 settembre per più di 829mila studenti del Friuli Venezia Giulia e della Sicilia. Una riapertura particolarmente sentita con le polemiche su green pass e vaccinazioni a tenere banco e lo spettro della pandemia che continua ad aleggiare sull’anno scolastico.

Ecco che allora, per comprendere meglio quale sia il sentimento degli italiani al riguardo, ANSA e DataMediaHub hanno analizzato le conversazioni online (social + news online + blog e forum) nell’ultima settimana sul tema. Dalla mezzanotte del 6 settembre a quella di ieri 12 settembre si sono registrate oltre 129mila citazioni del termine scuola, da parte di quasi 25mila autori unici, i cui contenuti hanno coinvolto (like + reaction + commenti e condivisioni) poco meno di un milione di persone. Volume di conversazioni online che ha generato una portata potenziale (“opportunity to be seen”) di 492,5 miliardi di impression. Portata potenziale che stimiamo ragionevolmente essere pari a 24,7 miliardi di impression, di esposizioni a contenuti relativi alla scuola, al lordo delle duplicazioni. Emerge una netta prevalenza di sentiment negativo.

Di emozioni con una connotazione negativa correlate alle dichiarazioni spontanee effettuate online dalle persone sulla scuola. Come mostra la word cloud, la nuvola di parole dei 120 termini maggiormente utilizzati nell’ambito di tali conversazioni, le vaccinazioni, e più in generale la salute, tengono banco predominando sulla bontà, o meno, dell’istruzione impartita.

Tema che dopo due anni di didattica a distanza, e relative disfunzioni con conseguenze pesanti sull’apprendimento dei nostri figli, avrebbe invece meritato maggior attenzione senza ombra di dubbio. Che la comunicazione sia, ancora una volta, polarizzata, emerge anche dai dati demografici relativi a chi ha partecipato, attivamente o meno, a tali conversazioni, con le persone di sesso femminile, seppur di pochissimo in minoranza, mentre sarebbe stato naturale attendersi una maggior quota di donne, tradizionalmente più coinvolte sul tema rispetto agli uomini. Anche la prevalenza di persone di età compresa tra 25 e 34 anni è un ulteriore indicatore in tal senso. Ansa