Agli atti dell’inchiesta sull’omicidio del 39enne di origini marocchine Youns El Boussettaoui c’è un video, ripreso da una telecamera di sorveglianza, in cui l’immigrato avvicina l’assessore leghista Massimo Adriatici e, dopo una breve discussione, lo colpisce con un pugno. Le immagini mostra l’assessore cadere a terra, ma non il momento in cui spara alla vittima. Subito dopo lo si vede rialzarsi ed essere avvicinato da un paio di persone. Dal video non è chiaro, invece, il momento in cui Adriatici, ora ai domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa, impugna l’arma.
Il pm di Pavia, Roberto Valli, ha chiesto la conferma degli arresti domiciliari per Massimo Adriatici, l’assessore che l’altra sera ha ucciso con un colpo di pistola un immigrato.
“La mia bambina mi ha chiesto: ‘come è uscito quel colpo?’. Se capisce una bambina come non possono capirlo i magistrati”: è la sorella di Youns El Boussettaoui, l’uomo ucciso in piazza a Voghera dall’assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici che si trova ai domiciliari, intanto a parlare. Lo sfogo della donna avviene davanti al bar dove è accaduto l’omicidio.
“Era mio fratello – racconta – Pensate se avessero ucciso un fratello vostro”. “Vogliamo giustizia – aggiunge suo marito – Giustizia, e che sia giustizia per tutti”.
“Gli hanno sparato in piazza – ha detto la donna a Zona Bianca su Retequattro – davanti a tantissime persone. L’assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? “, “ma siamo in Italia o in una foresta?” ha detto in lacrime. “Aveva un fucile, aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. È stato ammazzato – ha aggiunto – davanti alle persone e questa persona si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale”. Sapeva che Youns dormiva per strada. “Si sente più tranquillo a dormire sulle panchine. L’altro giorno l’ha visto mio marito, è venuto a prenderlo” ha raccontato. Comunque la famiglia ha cercato di aiutarlo: “Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris (in provincia di Vercelli, ndr), possono testimoniare. L’abbiamo portato all’ospedale ma è scappato dall’ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello”.
Youns El Bossettaoui “andava curato, non ucciso, perché non faceva male a nessuno ed era malato”, ha detto l’avvocato Debora Piazza che con il collega Marco Romagnoli difende i familiari dell’immigrato ucciso in piazza a Voghera dall’assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici. “Non siamo nemmeno stati avvisati dell’autopsia – ha spiegato il legale – perché pensavano non avesse parenti che invece sono tutti italiani”.
“Se uno ha il porto d’armi come accade a 1,3 milioni di italiani certificati da questura e prefettura, sì”, è normale andare in giro con un’arma. Così il leader della Lega, Matteo Salvini ha risposto a una domanda di Agorà su Rai 3, sulla vicenda di Voghera che ha coinvolto un assessore leghista. Incalzato sulla ‘opportunità’ di andare armati ad esempio al bar, Salvini ha aggiunto: “Allora bisogna prendersela con questori e prefetti di mezza Italia che dopo lunghe e severe indagini, concedono il porto d’armi, che è sempre l’ultima delle vie di uscita”. Ansa