Gli animi bollenti all’interno del Movimento 5 Stelle rischiano di ripercuotersi sul governo guidato da Mario Draghi, la cui stabilità potrebbe essere messa a durio rischio soprattutto se alla fine si raggiungerà la tanto temuta scissione tra i grillini. Uno scenario che vedrebbe l’esecutivo finire nel mirino dell’incertezza, in bilico per le spinte di molti pentastellati che potrebbero sognare di farlo cadere. Anche perché voci di corridoio dicono che l’ex premier Giuseppe Conte non sarebbe proprio soddisfatto del metodo di lavoro dell’attuale premier, tanto che la “fronda contiana” potrebbe sfilarsi da un momento all’altro. Ma sulla questione Matteo Salvini è stato chiarissimo: il piano dell’avvocato non funzionerà.
“Il governo va avanti”
Il leader della Lega, intervistato dal Corriere della Sera, si è detto convinto del fatto che il governo continuerà ad aver vita anche se realmente il M5S dovesse staccare la spina. “Cercheremo di impedirlo con ogni mezzo democratico“, è la promessa fatta. Comunque l’ex ministro dell’Interno è piuttosto tranquillo: “Facciano quel che credono, tanto il governo va avanti lo stesso“. Ecco perché ha colto l’occasione per lanciare un messaggio anche a Enrico Letta, segretario del Partito democratico, con cui ormai quotidianamente litiga a distanza: “Dico chiaro che non si sta dentro il governo per dire no. Ci si sta per costruire. Se vogliono distinguersi o rompere, si accomodino“.
Ma tra le varie opzioni (si entra negli azzardi di previsione) c’è anche quella che il presidente del Consiglio Draghi possa perdere la pazienza e fare un passo indietro. Una possibilità che Salvini reputa dannosa per l’Italia: “Vorrebbe dire che oltre alla pazienza avrebbe perso la speranza di cambiare il Paese. Davanti a noi abbiamo un’occasione straordinaria che lascerà il segno per i prossimi vent’anni. Sarebbe un delitto sprecarla“. Crede che si arriverà a fine legislatura e che si voterà nel 2023: “Perché anche se Conte vuole mandare a casa Draghi, i 5 Stelle non vogliono rimanere senza lavoro e senza stipendio prima del tempo. Noi saremo al fianco di Draghi fino alla fine“. Successivamente si terranno le elezioni “e avremo, spero, un governo a guida Salvini che come primo atto introdurrà la flat tax“.
I referendum sulla Giustizia
Intanto la raccolta firme per i referendum sulla giustizia procede a gonfie vele. Il numero uno del Carroccio ha rivendicato la propria azione, considerando che il fronte dei 5 Stelle sulla giustizia in Parlamento avrebbe fatto muro: “Non ci avrebbe consentito di fare nulla. Nel Paese non esistono più, ma in Parlamento sono ancora il primo partito“. L’iniziativa può vantare consensi trasversali, tanto che addirittura Matteo Renzi sta valutando di recarsi al gazebo dei Radicali per sostenere alcuni quesiti. Ma Salvini ha escluso che ci siano attualmente dialoghi in corso per decidere la partita del Quirinale: “Di quello si parlerà nel 2022. Da Renzi mi dividono tante cose, ma se ci dà una mano sulla giustizia non mi scandalizzo“. IlGiornale.it