In Italia al 22 giugno la variante Delta (B.1.167.2) del virus SarsCov2 aveva una prevalenza pari al 22,7% ed è stata identificata in 16 Regioni/Province autonome, con un range tra lo 0 e il 70,6%. La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
L’indagine integra le attività di monitoraggio di routine, e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione. “La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione.
È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione”. Lo afferma il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, in merito alla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute sulla prevalenza delle varianti in Italia.
Sebbene in assoluto i nuovi casi siano in diminuzione, la proporzione di casi di infezione da virus SARS-CoV-2 causati da varianti delta e kappa (la seconda faceva parte della famiglia della variate delta ed e’ ora distinta) è in aumento in Italia. Lo indica la bozza di monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute. La maggior parte di questi casi è attribuibili a focolai circoscritti in varie parti del paese. I tecnici nel documento chiedono, visto l’aumento dei casi anche in paesi con alta copertura vaccinale, un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi e un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli. Ansa