di Sabrina Cottone
Si rivedranno a breve, quasi certamente ad Arcore, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Invocata, temuta, amata, contrastata, da settimane la federazione tra Lega e Forza Italia, più o meno estensibile alle altre formazioni del centrodestra, è diventato l’argomento principe di ogni conversazione a queste latitudini politiche. Naturalmente non l’unica.
Gli scogli da evitare non mancano in entrambi i partiti, e anche con Fratelli d’Italia, che Berlusconi vorrebbe come parte della federazione, nonostante la riottosità di Fdi. In più la contrapposizione tra i due leader, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, è evidente, anche se non mancano i momenti che li uniscono: ieri si sono ritrovati insieme nello stadio di Rosà, nel Vicentino, ai funerali del ventottenne cantante di Amici, Michele Merlo, stroncato da una leucemia fulminante e amato da milioni di spettatori.
Salvini proprio ieri ha ancora accelerato sulla federazione «con chi ci sta». Per ripartire, la tesi del segretario della Lega, «gli italiani ci chiedono velocità, efficienza e concretezza, quindi invece di parlare in cinque, sei o sette in Europa e in Italia, una voce unica significa avere più forza». Il centrodestra? «Sono al lavoro perché voti e parli con una voce sola» dice al Tg2 Post. Vale dentro la maggioranza Draghi così come per le proposte da portare insieme a livello europeo. Da qui la proposta di «collaborazione» a tutti quelli che ci stanno.
La sintonia con Berlusconi è nei fatti, come rivela il prossimo incontro a breve, ma anche ciò che ha detto il leader di Forza Italia, affiancato dal coordinatore azzurro Antonio Tajani, parlando con alcuni dei sindaci del Viterbese. Se Salvini dice «Avanti con la federazione», gli fanno da contrappunto le parole di Berlusconi: «Vedrò presto Salvini e ci confronteremo su come aumentare la collaborazione ed essere ancora più protagonisti». Il problema è tutto ciò che sta intorno al duetto.
La prossima tappa dovrebbe essere un portavoce unico dei gruppi parlamentari, una specie di coordinamento che di fatto è già partito in singole iniziative, come il documento comune sul fisco che sarà presentato in commissione Finanze. A insistere sulla formula del «centrodestra unito di governo che esiste già» è invece Mariastella Gelmini, ministro dell’Autonomia che ha chiesto di riflettere prima di compiere ulteriori passi: «Continuo a pensare che un centrodestra plurale sia importante e che il ruolo di Forza Italia sia fondamentale. Credo che un movimento come Forza Italia, moderato, liberale, riformista, europeista, innervi la coalizione e le dia forza. Dopodiché tutto ciò che serve per rafforzare questa alleanza ben venga». IlGiornale