Lo aveva annunciato due settimane fa e così è stato: il presidente del Consiglio Mario Draghi si è vaccinato con Astrazeneca insieme alla moglie. Il premier si è recato poco dopo le 8:30 all’hub della Stazione Termini a Roma, assieme alla consorte Maria Serenella Cappello. Ad accoglierlo Valerio Mogini, medico volontario della Croce Rossa Italiana, responsabile sia dell’hub di Termini sia di quello di Fiumicino. E, già nel centro vaccinale situato allo scalo aeroportuale della Capitale, Mogini aveva fatto da “Cicerone” al capo del governo nel corso della sua prima uscita pubblica, il 12 marzo scorso.
Il premier, nei giorni della polemiche sull’affidabilità del vaccino anglo-svedese, aveva fatto sapere che avrebbe fatto Astrazeneca, ma aspettando il proprio turno come qualsiasi altro cittadino. “Mi vaccinerò con Astrazeneca, mio figlio lo ha già fatto in Inghilterra”, aveva confermato nel corso della conferenza stampa del 19 marzo. Sette giorni dopo il premier spiegava: “Ho fatto la prenotazione, sto aspettando che mi rispondano”. Dì lì a poco la risposta è arrivata e, a Termini, i volontari della Cri si sono ritrovati davanti due pazienti molto speciali.
“E’ stato in fila come gli altri utenti e le operazioni si sono svolte nei tempi previsti e successivamente ha atteso tranquillamente il quarto d’ora di controllo. Al termine è stato consegnato a lui e sua moglie il promemoria della vaccinazione effettuata”, ha spiegato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Immagini, quelle del premier che attende il suo turno nell’hub non dissimili da un altro vaccinato “illustre”: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale è stata somministrata una dose di Moderna il 9 marzo scorso, all’ospedale Spallanzani.
Il premier, subito dopo, ha fatto rientro a Palazzo Chigi e si è rimesso al lavoro senza riscontrare alcun effetto collaterale al vaccino. Fra tre mesi il richiamo, con una curiosità: Astrazeneca proprio in queste ore ha cambiato nome in “Vaxzevria”. Ansa