Joe Biden ha chiamato il leader del Cremlino Vladimir Putin. Lo ha riferito la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Nel loro colloquio i due leader hanno discusso tra l’altro, secondo la Casa Bianca, del rinnovo del trattato Start sugli arsenali nucleari, delle interferenze russe sulle elezioni Usa, dei cyber attacchi di Mosca, dell’Ucraina, delle presute ‘taglie’ per l’uccisione di soldati americani in Afghanistan.
Joe Biden ha detto a Vladimir Putin che gli Usa sostengono l’Ucraina di fronte “all’aggressione russa”. Lo riferisce la Casa Bianca. Joe Biden ha espresso a Vladimir Putin la sua preoccupazione per l’avvelenamento dell’oppositore Alexiei Navalny. Lo riferisce la Casa Bianca.
Biden chiama Stoltenberg, focus su Russia,Iraq,Afghanistan – Joe Biden ha telefonato oggi al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg “ringraziandolo per la sua salda leadership dell’Alleanza” e esprimendo la sua “intenzione di consultarsi e lavorare con gli alleati su tutte le questioni condivise di sicurezza, compresi Afghanistan, Iraq e Russia”. Lo rende noto la Casa Bianca. Biden ha riaffermato “l’impegno Usa alla difesa collettiva in base all’articolo 5 del trattato Nato” e “a rafforzare la sicurezza transatlantica”.
Joe Biden ritiene che il processo d’impeachment a Donald Trump vada fatto ma non crede che ci siano i numeri per condannarlo. Il presidente ha detto alla Cnn che l’esito sarebbe stato diverso se Trump avesse ancora sei mesi alla Casa Bianca ma che non pensa ci siano 17 senatori repubblicani che voteranno per la sua condanna. “Il Senato è cambiato da quando c’ero io ma non molto”, ha affermato.
L’articolo per l’impeachment, inviato dalla speaker della Camera Nancy Pelosi, è arrivato in Senato dove il deputato Jamie Raskin, che guida l’accusa, lo ha letto. L’ex presidente è accusato di “istigazione all’insurrezione” per i drammatici fatti dell’assalto al Congresso del 6 gennaio e viene definito “una minaccia per la democrazia”. Il processo inizierà la settimana dell’8 febbraio, sarà il quarto della storia Usa e il secondo per Trump. Domani il giuramento dei senatori come giurati.
Per la prima volta Joe Biden ha commentato il processo. “Penso che vada fatto”, ha detto il presidente Usa alla Cnn, ammettendo che questo potrebbe ritardare l’attuazione della sua agenda e la conferma dei suoi membri del governo in Senato: “Ma – ha aggiunto – sarebbe stato peggio se questo non fosse accaduto”.
Sono in tutto cinque le pagine dell’articolo. In esse si sottolinea tra l’altro come il presidente Trump “ha messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle sue istituzioni, ha minacciato l’integrità del sistema democratico e ha ostacolato una pacifica transizione dei poteri”. “Per questo – si afferma – resta una minaccia per la sicurezza nazionale, per la democrazia e per la Costituzione”. Nell’articolo si ripercorrono quindi le vicende che hanno portato all’accusa di “istigazione all’insurrezione”, in riferimento all’assalto al Congresso del 6 gennaio. Si ricordano “le continue false dichiarazioni nel mese precedente che parlavano di elezioni truccate che non dovevano essere accettate e certificate”. Poi il famigerato comizio del giorno dell’Epifania in concomitanza con la riunione del Congresso in sessione plenaria per certificare la vittoria di Joe Biden. La frase al centro dell’accusa, ricordata nell’articolo, e’ quella in cui Trump invita i sostenitori ad agire: “Se non combattete come indemoniati non avrete più un Paese”. Nell’articolo di impeachment infine si fa riferimento anche alla chiamata giorni prima al segretario di stato della Georgia in cui Trump, avanzando delle minacce, chiede con forza di trovare i voti necessari per sovvertire l’esito delle elezioni nello stato chiave del sud vinto da Biden.
Intanto Biden conferma decreti sull’equità razziale. “L’America non è mai stata all’altezza della sua promessa fondamentale di eguaglianza per tutti ma non ha mai cessato di provarci. Oggi prenderò delle azioni per far avanzare l’equità razziale e spingerci più vicino a quella unione perfetta che abbiamo sempre cercato di essere”, twitta Joe Biden preannunciando una serie di ordini esecutivi sull’equità razziale. Tra questi, uno per la creazione di una commissione sulla polizia, in parte come risposta all’uccisione dell’afroamericano George Floyd,un altro per migliorare le condizioni dei detenuti nelle prigioni e un altro ancora per promuovere politiche eque nell’edilizia popolare.
Quanto al futuro di Trump, l’entourage fa sapere che non ha alcun piano per fondare un altro partito e vuole invece mantenere la sua impronta sul Grand Old Party. Lo ha assicurato Brian Jack, collaboratore dell’ex presidente, mandando così un segnale ai repubblicani in visto del processo d’impeachment, riferisce Politico. “Trump voleva far sapere a me e a pochi altri che non sta iniziando a creare un terzo partito e che qualunque cosa farà politicamente in futuro sarà come repubblicano”, ha confermato il senatore Kevin Cramer, sottolineando che “il partito repubblicano è ancora in gran parte a suo favore”. Ansa