No al “Lockdown della libertà di pensiero”, grazie

Sharing is caring!

di Giuliano Guzzo

Zitti zitti il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene intendono metterci il bavaglio, stringendolo per bene. Come? Approvando il ddl Zan contro l’omotransfobia, che il prossimo 20 ottobre sarà in Aula alla Camera. Si tratta di un provvedimento che, per risolvere un falso problema (un allarme omofobia ed una mancata tutela della minoranza Lgbt, entrambi inesistenti in Italia), ne può generare uno enorme, creando la possibilità a chiunque affermi il primato della famiglia naturale, il diritto di un bambino ad avere un padre ed una madre o la contrarietà all’utero in affitto d’essere querelato per propaganda omotransfobica, con tutte le grane del caso. Fantasie?

Non proprio dato che ovunque simili misure son state introdotte hanno avuto effetti liberticidi. Basti pensare – per limitarsi a due esempi – a quel che stanno passando Päivi Räsänen, ex Ministro dell’Interno finlandese ora sotto indagine per aver espresso su base biblica la sua critica dell’omosessualità, e il giurista Aram Mardirossiam, docente alla Sorbona che rischia sei mesi di carcere per aver criticato, in una lezione del 2013, le nozze gay. E se questo capita oggi a Ministri e docenti universitari – in Finlandia e in Francia, mica su Marte –, figurarsi cosa capiterà domani al parroco o all’educatore, se Pd e M5S dovessero andare fino in fondo con una legge non solo liberticida, ma inutile.

Sì, perché succede che non solo in Italia, come più volte detto e dimostrato, non esista alcuna emergenza omofobia – anzi, i dati registrano un decremento delle già rari casi di violenza di questo tipo -, ma accade pure che, dove invece una legge per tutelare le minoranze Lgbt esiste, le violenze contro di esse aumentino. Un esempio? La Gran Bretagna, Paese tra i più secolarizzati del mondo e con le leggi bioetiche più «all’avanguardia» (c’è l’aborto legale dal 1967, la maternità surrogata dal 1985). Ciò nonostante, i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale ufficialmente denunciati  furono 6.655 nel 2014/2015, mentre nel 2019/2020 sono lievitati 18.465. Triplicati.

Questo dovrebbe suggerir cautela ai sostenitori del ddl Zan; ma soprattutto dovrebbe far capire che non ha senso fare di una persona non eterosessuale un cittadino «più uguale degli altri» con una tutela rafforzata che andrebbe solo a criminalizzare chi sull’omosessualità condivide la disapprovazione che fu di Kant (Metafisica dei costumi § Dottrina del diritto) e chi ritiene il matrimonio sia l’unione tra uomo e donna, pensandola così come Aristotele (Politica, I). Gli oppositori più consapevoli di questo ddl monstrum scenderanno in piazza questo fine settimana (sabato 17, Roma, Piazza del Popolo ore 14:30), ma è bene che tutti siano consapevoli della posta in gioco. Perché irreparabili sarebbero i danni di un lockdown della libertà di pensiero.