E’ ancora alta tensione nella maggioranza sul voto ai diciottenni al Senato. Il testo, dopo lo scontro in commissione Affari Costituzionali è approdato in Aula a Palazzo Madama. Il Pd ha depositato “un emendamento interamente sostitutivo” della parte sull’elettorato passivo del Senato (per abbassare a 25 anni l’età per essere eletti senatori, rispetto agli attuali 40), che aveva precedentemente aggiunto alla riforma costituzionale sul voto dei diciottenni per eleggere i senatori.
Il disegno di legge, che modifica l’articolo 58 della Costituzione ed è stato approvato in prima lettura il 31 luglio 2019 alla Camera, è ora in aula a Palazzo Madama, al secondo dei quattro step previsti per le leggi costituzionali. Il testo si differenzia da quello votato a Montecitorio perché a gennaio il relatore del provvedimento, il senatore del Pd Dario Parrini, ha presentato un emendamento sulla possibilità di essere eletti a 25 anni. La commissione Affari costituzionali del Senato ha ‘varato’ la modifica che è arrivata così in Aula. Oggi a inizio della discussione, Parrini ha annunciato l’emendamento che ritira la parte sull’elettorato passivo. Si tornerebbe così allo stesso testo votato alla Camera.
“Noi insistiamo per ‘svecchiare’ il Parlamento, non solo aprendo ai 18enni-elettori, ma soprattutto a chi ha 25 anni e che, in base al testo della riforma, potrebbe diventare senatore. Prendiamo atto che i 5 Stelle e Pd invece si fermano all’elettorato attivo: noi siamo sempre dalla parte dei giovani e voteremo contro l’emendamento presentato dal senatore Parrini che di fatto toglie ai 25 enni la possibilità di essere eletti in Senato. Basta con le riforme abborracciate, bisogna fare sul serio per cambiare il Paese, rinnovando la sua classe dirigente”. Così in una nota la vicecapogruppo di Italia viva Laura Garavini. Ansa