Il Pil italiano nel secondo trimestre 2020 crolla del 12,4% sul trimestre precedente e del 17,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo comunica l’Istat nella stima preliminare, spiegando che i dati sono corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati.
La variazione acquisita del Pil per il 2020 è negativa, pari a -14,3%. Così l’Istat, dando conto del risultato che si otterrebbe nel caso in cui in tutti i restanti trimestri dell’anno si registrasse una crescita congiunturale nulla.
“Dopo la forte riduzione registrata nel primo trimestre (-5,4%), l’economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti (-12,4%) per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate”. Così l’Istat nel commento ufficiale alle stime preliminari del Prodotto interno lordo. “Con il risultato del secondo trimestre il Pil fa registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica”, sottolinea l’Istituto. Si tratta quindi di un record negativo, un minimo storico.
La caduta registrata dal Pil nel secondo trimestre “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, all’industria, al complesso dei servizi”, comunica l’Istat. “Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta”, spiega l’Istituto di statistica.
“La caduta del Pil si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia”, così l’Istat nel commento alla stima sul Prodotto interno lordo italiano nel secondo trimestre del 2020.
Il valore del Pil nel secondo trimestre del 2020 risulta essersi ridotto di oltre 50 miliardi nel confronto con il precedente trimestre emerge dalla tavole dell’Istat. Tra aprile e giugno si sono infatti persi, in termini congiunturali, precisamente 50 miliardi e 289 milioni di euro.
L’inflazione in Italia continua a scendere. A luglio l’Istat stima che l’indice dei prezzi al consumo cali dello 0,3% su base annua. Si tratta della terza flessione consecutiva, che segue il -0,2% di giugno e maggio. Si tratta del dato più basso da oltre quattro anni, ovvero da maggio 2016. E’ quindi confermata la deflazione. I prezzi risultano essere in territorio negativo anche in termini congiunturali (-0,1%). Luglio risente della forte flessione, anche se prosegue meno marcata, dell’energia e del rallentamento registrato per gli alimentari.
A luglio rallentano i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, che include i beni alimentari, per la cura della casa e della persona: si passa al +1,5% dal +2,1% di giugno, rileva l’Istat diffondendo i dati provvisori sul mese. Ansa