Dopo aver contato il 100% dei voti espressi nella votazione nazionale sugli emendamenti alla Costituzione russa, la Commissione Elettorale Centrale ha annunciato che il 77,92% dei cittadini ha sostenuto gli emendamenti e il 21,27% ha votato contro.
L’affluenza totale al plebiscito sulla riforma costituzionale iniziato il 25 giugno e conclusosi ieri in Russia è stata del 67,97%: lo ha annunciato la Commissione elettorale centrale. La riforma, tra le altre cose, dà a Vladimir Putin la possibilità di aggirare il limite di due mandati consecutivi da capo dello Stato e candidarsi alle presidenziali del 2024 e del 2030.
Il Cremlino ha definito il plebiscito sulla riforma costituzionale russa “un trionfo” del presidente Vladimir Putin e della fiducia dei russi nel loro leader. “Sicuramente lo consideriamo un trionfo. In realtà, de facto ha avuto luogo un referendum trionfale sulla fiducia nel presidente Putin”, ha detto ai giornalisti il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Vladimir Putin ha ringraziato i cittadini russi per il voto sulla riforma costituzionale. La riforma, tra le altre cose, dà a Putin la possibilità di aggirare il limite di due mandati consecutivi da capo dello Stato e candidarsi alle presidenziali del 2024 e del 2030 e quindi, potenzialmente, di rimanere al Cremlino fino al 2036. “Prima che cominciamo a lavorare vorrei rivolgermi ai cittadini russi con parole di ringraziamento. Voglio dire grazie molte per il vostro sostegno e la vostra fiducia”, ha detto il presidente russo a una seduta del Comitato Pobeda, un organo consultivo presso la presidenza sull’educazione patriottica. Lo riporta l’agenzia Ria Novosti.
Gli Usa sono “preoccupati” per le modalita’ di svolgimento del referendum costituzionale in Russia, che consente a Vladimir Putin di restare in carica sino al 2036. “Siamo preoccupati per le informazioni sugli sforzi del governo russo per manipolare i risultati dei recenti voti sugli emendamenti costituzionali, comprese le informazioni su una coercizione degli elettori, sulle pressioni verso gli oppositori agli emendamenti e sulle restrizioni imposte agli osservatori indipendenti”, afferma il dipartimento di stato.
“Abbiamo preso atto dell’annuncio della Commissione elettorale centrale della Federazione russa in merito ai risultati del voto nazionale sugli emendamenti alla Costituzione russa. Ci rammarichiamo che, nel periodo precedente al voto nazionale, non sia stata consentita la campagna a favore e contro, negando così agli elettori l’accesso a informazioni equilibrate”. Lo ha affermato Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. “Ci aspettiamo che tutte le segnalazioni e le accuse di irregolarità, tra cui la coercizione degli elettori, il doppio voto, la violazione della segretezza del voto e le accuse di violenza della polizia contro un giornalista siano debitamente indagate”, ha aggiunto.
SCHEDA – Cosa prevede la riforma costituzionale di Putin
Putin resta al Cremlino,principi conservatori e presidente forte
La riforma della Costituzione potrà permettere a Putin di aggirare il limite di due mandati presidenziali consecutivi e di rimanere quindi potenzialmente al Cremlino fino al 2036 allontanando lo spettro di una lotta per la successione. Questa è probabilmente la principale novità della riforma, ma anche quella meno pubblicizzata in Russia e quasi ignorata dalla tv di Stato. Gli emendamenti alla Costituzione però sono tanti e di diversa natura. Alcuni ridisegnano in parte le competenze dei vari organi statali aumentando di fatto i poteri del capo dello Stato. Altri danno valore costituzionale al patriottismo e ai principi conservatori promossi da Putin in questi 20 anni ai vertici della Federazione.
Nella “nuova Costituzione”, ad esempio, il matrimonio sarà definito come “un’unione tra un uomo e una donna” rinvigorendo il divieto dei matrimoni gay in un Paese in cui i diritti delle minoranze sessuali sono regolarmente calpestati. Nella legge fondamentale dello Stato inoltre si inserisce un accenno alla “fede in Dio”, si vieta di sminuire il contributo sovietico nella lotta al nazismo e di cedere ad altri Paesi parti del territorio russo: un modo quest’ultimo per ribadire che Mosca non intende restituire all’Ucraina la Crimea, annessa di fatto dalla Russia nel 2014.
Infine, si afferma che la Russia è l’erede dell’Urss e si legittimano così le mire del Cremlino sullo scacchiere internazionale. C’è poi una terza categoria di emendamenti che riguardano il benessere socio-economico e che servono ad attirare voti: introducono nella Costituzione l’indicizzazione delle pensioni e vietano che gli stipendi siano inferiori al minimo di sussistenza, per ora fissato a 135 euro al mese.
Vediamo ora come cambia l’assetto istituzionale. Il capo dello Stato potrà adesso imporre il proprio candidato premier anche senza sciogliere la Duma nel caso in cui questa respinga tre volte la persona scelta dal presidente per guidare l’esecutivo. Il presidente potrà inoltre destituire i giudici della Corte costituzionale e della Corte suprema e “dirigere il lavoro generale del governo”, che così viene di fatto subordinato al Cremlino, a cui in futuro i ministri risponderanno direttamente. Gli ex presidenti diverranno poi senatori a vita ottenendo così l’immunità parlamentare. Si rafforza anche il Consiglio di Stato, che finora ha solo avuto funzione consultiva e ora diventa invece un organo di rilevanza costituzionale col potere di indicare “la direzione della politica interna e di quella estera e le priorità socio-economiche” del Paese. Per questa ragione, non è da escludere che Putin possa un giorno presiedere questo istituto. La Russia di Putin si dota inoltre di una sorta di filtro per eliminare le sentenze dei tribunali internazionali che non le vanno a genio: un emendamento prevede infatti che il diritto internazionale non si applichi nel caso in cui la Corte Costituzionale lo reputi in contrasto con la legge russa. Ansa