Viktor Orban, in virtù della battaglia che già sta conducendo contro il Covid-19, può contare adesso sull’esercizio politico di quelli che vengono di solito definiti “pieni poteri”. Gli stessi che gli sono stati concessi dal Parlamento della Ungheria.
Vale la pena sin da subito prestare attenzione ad un particolare, che potrebbe suscitare più di qualche polemica da parte progressista: non è prevista una scadenza temporale di quello che assomiglia ad una disposizione straordinaria derivata da un contesto di stato di eccezione. La procedura che coadiuva questa estensione della capacità esecutiva del premier di Budapest passa di norma mediante una votazione, che è stata effettuata poco fa. Quindi Viktor Orban, dovendo comunque rispettare tutta una serie di limiti che sono previsti dalla legislazione nazionale ungherese, potrà disporre di qualche facilitazione giuridica e di qualche “arma”, per così dire, in più, per contrastare il Covid-19.
Le fattispecie tramite cui Viktor Orbàn potrà intervenire, come sottolineato peraltro da Repubblica, saranno essenzialmente quattro: decreti del presidente, chiusura del Parlamento, modifiche delle leggi correnti e persino la sospensione degli appuntamenti elettorali, che potrebbero essere rimandati alla fine della pandemia. L’Ungheria, insomma, pensa che Viktor Orban debba essere messo nelle migliori condizioni per combattere la diffusione dei contagi dovuti al coronavirus.
Stando a quanto riportato dalla Lapresse, 137 deputati sono stati concordi con l’assegnazione dei “pieni poteri”, mentre 53 parlamentari hanno votato in modo contrario. C’è una specificazione, che vale la pena sottolineare: Orbàn potrà sì esercitare questi “pieni poteri”, ma attraverso due categorie di base che dovrà sempre interpretare alla stregua di un riferimento fisso: la proporzionalità e la razionalità. IlGiornale