Non sarà un 8 marzo come gli altri quest’anno. La Giornata internazionale dei diritti della donna che da anni coincide con un giorno di ‘attenzione’ generale, allegra per la festa, mimose donate, cene fuori all’insegna della sorellanza, persino ultimamente collezioni di moda a tema giallo, rabbiosa per i cortei femministi, è pesantemente ridimensionata in Italia per l’emergenza coronavirus e per le misure di contenimento varate nel Dpcm del 4 marzo. Il Quirinale ha dovuto annullare la cerimonia dell’8 marzo per la Festa della Donna.
Ed è stato bloccato su indicazione della commissione di garanzia dei sindacati anche lo sciopero femminista del 9 marzo lanciato dal movimento Non Una di Meno al quale avevano anche aderito sigle sindacali come i Cobas, i Cub, l’Usb e alcune strutture regionali della Cgil. “Lo strumento dello sciopero ci viene sottratto ma, nonostante l’impossibilità di astensione dal lavoro salariato, non rinunceremo affatto a occupare le strade e le piazze in tutte le forme che saranno possibili, con tutta la fantasia e la moltiplicazione di pratiche e linguaggi di cui siamo capaci”, hanno risposto dal movimento. Saltano i cortei ma si scelgono “altre forme di visibilità, azioni diffuse, comunicazioni social, flash mob, campagne di protesta in streaming” dice all’ANSA per il movimento Giulia Siviero. In queste ore si stanno prendendo decisioni definitive, vista la situazione in fieri e il Dpcm di sole 24 ore fa, ma si va verso annullamenti ovunque dei cortei, “prima di tutto per senso di responsabilità”, per evitare di stare insieme in situazioni di sovraffollamento pur se all’aria aperta, anche se si ricorda, la stessa responsabilità non si è assunta davanti alla violenza “strutturale” che si esercita quotidianamente contro le donne.
A Roma cancellato il presidio alla Regione Lazio, è confermato il flashmob “Lo Sfruttatore sei Tu” a mezzogiorno in Piazza di Spagna perchè, dicono “non rinunciamo a occupare le piazze e a portare nelle strade la nostra rabbia, anche se in modo molto creativo”. E il costo dell’emergenza ricade, è facile constatarlo in questi giorni, soprattutto sulle donne lavoratrici.
Ma i temi che hanno portato in piazza le donne in questi anni, ultimamente sull’onda internazionale del #Metoo, restano di enorme attualità e al centro del senso dell’8 marzo: dalla conta infinita dei femminicidi – 14 morti dall’inizio dell’anno, 75 nel 2019, più le centinaia di casi di violenza – al gender gap economico senza dimenticare gli attacchi alle conquiste delle donne a cominciare dalla legge per l’interruzione di gravidanza. di Alessandra Magliaro per Ansa