Dall’Italicum al Germanicum. Dal sistema maggioritario a quello proporzionale. Le leggi elettorali, in Italia, tengono sempre banco e fanno sempre discutere. E ora ecco che arriva il sistema elettorale in sala teutonica. Già, perché è stato ufficialmente depositato dal presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, il pentastellato Giuseppe Brescia, la proposta di riforma della legge elettorale.
Ecco in cosa consiste: secondo il progetto (ancora in cantiere), 391 seggi verrebbero assegnato attraverso il metodo proporzionale puro. Niente collegi uninominali: eliminate, dunque, le sezioni istituite dal Rosatellum (con il quale si è votato in occasione delle Politiche del 2018). Rimangono però 63 collegi proporzionali e 28 circoscrizioni elettorali. La novità è quella della soglia di sbarramento fissata al 5%. Ma su tale numero è possibile che maggioranza e opposizioni si trovino ad affrontare gli appunti di molti partiti minori, su tutti Italia Viva di Matteo Renzi, attualmente ben al di sotto del 5%. Un ultimo sondaggio – quello realizzato dall’istituto demoscopico Ixè per Cartabianca – infatti dà il neonato partito dell’ex presidente del Consiglio a un risicatissimo 3,6%, che lo rilegherebbe all’ininfluenza in Parlamento, non entrandovi proprio. Il Germanicum prevede comunque che quella formazione politica che non supera il 5% su scala nazionale, ma lo prende in almeno tre circoscrizioni in due regioni dello Stivale, ottiene seggi (quanti, però, non è ancora dato saperlo).
Poi, dei 400 seggi del futuro emiciclo di Montecitorio, otto saranno destinati ai deputati eletti dagli italiani all’estero, mentre un posto spetta di diritto all’eletto al collegio uninominale della Valle d’Aosta. Sono medesime le modalità per assegnare i 200 seggi del rinnovato Palazzo Madama: quattro vanno ai senatori eletti all’estero, uno alla Valle d’Aosta e i restanti 195 sono distribuiti ai partiti che nel resto d’Italia superano, appunto, il 5%.
Se nulla viene detto circa il nodo delle preferenze, c’è invece più di una nozione circa il cosiddetto “diritto di tribunale” (che già non piace ai renziani), ovvero l’ospitalità nelle liste dei partiti maggiori. Nel ddl depositato dall’esponente del Movimento 5 Stelle il diritto di tribunale si ispira sempre al modello tedesco, anche se in Germania il sistema di assegnazione è diverso, visto che nel Paese del centro Europa esistono collegi uninominali e il numero totale dei parlamentari è variabile e non bloccato come invece succede qui in Italia. IlGiornale