Una “bomba atomica”. Il senatore leghista Roberto Calderoli non usa mezze parole per definire il via libera della Corte di Cassazione al referendum, proposto da otto regioni amministrate dal centrodestra, per abrogare la parte proporzionale del Rosatellum, la legge elettorale attualmente in vigore.
Circa 50 giorni dopo la presentazione del quesito per per l'”abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica”, l’Ufficio centrale per il referendum presso la Suprema Corte ha dichiarato “conforme alle norme di legge” la richiesta di referendum presentata da otto Consigli regionali: da Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna, Basilicata e Veneto.
La proposta era stata depositata lo scorso 30 settembre da una delegazione guidata da Calderoli, massimo esperto del Carroccio in materia di Affari costituzionali. Mentre il 7 novembre, sempre Calderoli aveva presentato al Palazzaccio l’integrazione richiesta dalla Cassazione con la “formulazione integrale dei testi delle disposizioni di cui si chiede l’abrogazione”. Ora la parola passa alla Corte Costituzionale, a cui spetta il vaglio di ammissibilità del referendum circa i principi costituzionali.
Calderoli: “Una bomba che fa esplodere il Palazzo”
Soddisfatto Calderoli: “Ci siamo! L’ordinanza con cui la Corte di Cassazione ha dato il via libera al quesito referendario per l’abolizione della quota maggioritaria della legge elettorale vigente rappresenta il Big Bang del cambiamento, la bomba atomica che esplode spazzando via tutti i rigurgiti proporzionalisti di chi vorrebbe continuare con i giochini di Palazzo“. Secondo il senatore leghista, l’ok del Palazzaccio è un “passaggio fondamentale per arrivare alla richiesta di un referendum abrogativo in materia elettorale finalizzato a ritornare ad un sistema elettorale che sia realmente maggioritario, per cui finalmente chi vince governa e chi perde va all’opposizione, chiudendo per sempre la fase dei giochini di palazzo finalizzati a nascite di Governi che non rispettano la volontà del popolo“. In questo modo, conclude Calderoli, “finalmente a decidere sarà il popolo e non il Palazzo”.
Maggioranza divisa sulla nuova legge
Ma è proprio il Palazzo, in queste settimane, a discutere di legge elettorale nei ritagli di tempo lasciati dalla discussione sulla manovra e sul decreto fiscale collegato. ultima riunione per trovare una quadra si è svolta mercoledì 20 novembre, ma è stata interlocutoria. Durata circa 40 minuti, ha visto lo scontro tra Pd e il resto della maggioranza. I dem spingono per un doppio turno con premio di maggioranza, mentre Leu, Italia Viva e M5S sono tornati sull’introduzione della soglia di sbarramento. Idee diverse, come capita su una materia scottante qual è la legge elettorale. Attualmente è in vigore il Rosatellum, ma con ogni probabilità si andrà al voto – quando succederà – con un’altra legge. Tra l’altro, il nuovo sistema elettorale fa parte del “pacchetto” di materie su cui le forze di maggioranza hanno promesso di lavorare insieme dopo l’approvazione del taglio dei parlamentari. IlGiornale