Alle elezioni Regionali del 2020 mancano due mesi. In Emilia Romagna, infatti, si voterà il 26 gennaio e la stessa data è stata ipotizzata anche in Calabria.
Eppure, se il centrodestra ha già iniziato attivamente la sua campagna elettorale e il centrosinistra – almeno nel primo caso – punta tutto sulla presenza storica in una delle regioni ancora “rosse”, il Movimento 5 Stelleè in tilt.
Al punto che solo stasera ha annunciato un voto su Rousseau per domani. Non per scegliere i candidati da far scendere in campo, ma addirittura se presentarsi alle urne. “È il momento di chiederci se questa grande mobilitazione di crescita e rigenerazione sia compatibile con le attività elettorali”, si legge sul blog delle Stelle, “Per questo motivo abbiamo deciso di sottoporre agli iscritti la decisione riguardante la partecipazione alle imminenti elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria”.
Insomma, il M5S è ufficialmente nel caos e finalmente ammette di essere in crisi nera. Anzi, nerissima. Già, perché dopo essersi trasformato in partito vero e proprio e aver raggiunto gli apici della politica sedendo al governo, quello che è partito come un movimento dal basso si è snaturato. E non sta dietro alle sfide richieste dalla politica a livello nazionale. “Partecipare alle elezioni richiede uno sforzo organizzativo, anche nazionale, e di concentrazione altissimo”, ammettono ora i grillini, “Ciascuno di noi deve interrogarsi, con la massima responsabilità, sul contributo che sente di dare nei prossimi mesi, su dove sente più giusto che i suoi portavoce dirigano il proprio impegno. Deve chiedersi se pensa se siamo capaci, tutti insieme, in un grande lavoro di rete di condivisione e divisione degli incarichi, di essere utilmente presenti su diversi fronti. Qualsiasi cosa sceglieremo, la affronteremo come sempre con tutta la dedizione di cui siamo capaci. A noi la scelta“.
In altre parole: correre e rischiare la batosta annunciata (con le conseguenti ricadute a livello nazionale) o non presentarsi affatto, evitando così misurarsi con gli avversari per non rimettersi in discussione? Una decisione che però non piace a tutti. E in particolare a chi sul territorio sta lavorando da mesi per cercare di tenere in piedi la baracca (anche se i nomi dei candidati non sono stati ancora annunciati).
Come Riccardo Tucci, il deputato calabrese del M5S che sbotta: “È una porcheria”. “Non mi fate dire niente… Abbiamo saputo del voto su Rousseau 5 minuti fa”, ha detto il grillino all’agenzia Adnkronos, “Un po’ spiazzati? Sai che lavoro che abbiamo fatto, altro che un po’ spiazzati. Trovare un candidato presidente con un curriculum di 23 pagine, uno che ha due co… così. Uno che nonostante la situazione si mette a nostra disposizione e ora devo vedere la cosa gestita dal blog in questo modo dopo che sette anni che lavoriamo per la Regione Calabria. Cinque anni fa siamo entrati e ci siamo fatti il c… e ora devo vedere una cosa del genere. È una porcheria”.