L’accordo sulla prescrizione è stato trovato: anche se Matteo Salvini, nell’annunciarlo, mette subito sull’avviso gli alleati: «Va bene riformare la prescrizione, ma solo con tempi certi». E quei tempi sono, innanzitutto, quelli dell’entrata in vigore della riforma: «Entrerà in vigore in modo posticipato, nell’ambito della riforma epocale della giustizia penale, l’anno prossimo», spiega il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, secondo il quale, però, «l’emendamento non cambia». Insomma, precisa Salvini: «La norma entrerà in vigore dal gennaio 2020». Un accordo che fa tutti contenti — il M5S che può scandire lo slogan «Ottime notizie! #BastaImpuniti e la Lega che rinvia di un anno decisioni scomode —, ma che ha il sapore di un compromesso di facciata.
La mediazione
La «quadra» tanto cercata in questi giorni di fibrillazione è stata trovata in un vertice a Palazzo Chigi, presenti i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il Guardasigilli Bonafede. La mediazione che ha portato al vertice era andata avanti anche in notturna: il premier Giuseppe Conte ha sentito più volte Di Maio e Salvini e dopo tanto smussare e placare e ammonire è riuscito, stamattina, a chiuderli nella stessa stanza.
Le «promesse»
Prima di stringersi la mano sulla prescrizione, però, il leader del Carroccio si è fatto fare da Di Maio la promessa che i suoi la smetteranno di seminare veleni e sospetti contro i «big» leghisti che hanno procedimenti giudiziari in corso. E il capo politico del M5S ha preteso da Salvini rassicurazioni sulla tenuta del governo.
La rissa sfiorata
L’annuncio dell’intesa, intanto, ha fatto sfiorare la rissa in Commissione Affari costituzionali e Giustizia della Camera, dove è stato votato l’allargamento del perimetro del ddl anticorruzione alla prescrizione. Solo l’intervento di un congruo numero di commessi ha evitato il contatto fisico tra alcuni esponenti delle opposizioni e quelli della maggioranza.
Corrieredellasera