Le storie drammatiche di due donne si incrociano per dar luogo a un evento straordinario. Il trapianto dei lembi del viso ha una cinquantina di precedenti nel mondo e 10 in Europa. L’Italia era pronta a partire da tre anni ma finora non si era mai verificata la compatibilità di un donatore con uno dei pazienti in attesa di ricevere una nuova faccia.
Ieri al Sant’Andrea il programma è scattato con l’intervento su una signora di 49 anni colpita da una malattia genetica rara, la neurofibromatosi di tipo I, che l’ha deformata a tal punto da renderle impossibili attività vitali. Aprire la bocca e gli occhi, parlare.
A tirarla fuori da un destino tristissimo, l’atto di generosità di una famiglia di Frosinone che ha visto morire una figlia di 21 anni in un incidente stradale e ha poi avuto la forza d’animo, con una forma di altruismo estrema, di accordare il prelievo di tutti gli organi e dei tessuti facciali. Il trapianto coordinato dal chirurgo plastico ricostruttivo Fabio Santanelli di Pompeo e da Benedetto Longo è cominciato ieri nella tarda mattinata all’ospedale Sant’Andrea, azienda ospedaliera universitaria, ed è durato oltre 12 ore. Hanno collaborato due chirurghi svizzeri.
I tessuti necessari per ricostruire i lineamenti della donna erano stati prelevati sempre nell’ospedale romano nelle primissime ore di sabato. «Alla famiglia della ragazza va il ringraziamento della rete trapianti», è l’unico commento del centro nazionale diretto da Alessandro Nanni Costa. L’Italia si conferma ai più alti livelli della trapiantologia. L’autorizzazione ad avviare il programma di trapianto multitessuto era stata concessa dal Ministero della Salute dopo l’attento esame di valutazione della domanda presentata dal Sant’Andrea.
Si tratta, descrive la Regione Lazio, di una procedura «volta a migliorare la qualità della vita del paziente e facilitarne il reinserimento sociale quando neoplasie, attacchi di animali, malattie neurodegenerative, ustioni e traumi causano gravi malformazioni al volto». Il presidente Nicola Zingaretti sottolinea il primato del Lazio che «apre una nuova frontiera».
La neurofibromatosi può sfigurare le fattezze di una persona. Cinque anni fa in un incontro in Vaticano papa Francesco abbracciò uno di questi pazienti e l’immagine fece il giro del mondo. In Europa, la leader nei trapianti del volto è la Francia.Quest’anno un uomo è stato trapiantato la seconda volta dopo un rigetto all’Hôpital Européen Pompidou. Pochi giorni fa i medici dell’università di Montréal hanno annunciato di aver operato 4 mesi orsono un cacciatore vittima di un incidente con fucile avvenuto anni prima. È il paziente più anziano fra i circa 60 che hanno ricevuto i lembi del volto.
Il chirurgo Borsuk che ha guidato il gruppo canadese spiega come si arriva a questi traguardi. «Interventi così delicati sono il compimento di anni di meticoloso lavorodi un team incredibile. Senza contare il coraggio di chi li affronta». In una recente intervista Nanni Costa ha spiegato: «Si tratta di chirurgia riparativa che dà nuova vita, l’identità però rimane la stessa. Chi si sottopone a questi interventi ne ha estrema necessità. Non riesce neanche a guardarsi allo specchio».
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