Una grande baraonda per una parola (“schiavi”) che l’ufficio stampa del Viminale ha già assicurato non esser mai stata detta.
Eppure l’Unione africana sta montando un caso dopo il batti becco tra Matteo Salvini e il lussemburghese Jean Asselborn. Esprimendo “sgomento” per le dichiarazioni, che sarebbero state pronunciate durante il vertice europeo di Vienna sulla sicurezza e l’immigrazione, rimprovera al ministro leghista di avere “paragonato gli immigrati africani a schiavi“ e pretende ora le sue scuse.
Sembrano non finire più i cascami polemici del vertice della scorsa settimana. Dopo il violentissimo botta e risposta tra il Viminale e il governo lussemburghese (guarda il video), ecco ora entrare a gamba tesa nel dibattito anche l’Unione africana. “Nell’interesse di un impegno costruttivo sul dibattito sulla migrazione fra i due continenti (Europa e Africa, ndr) – si legge in una nota pubblicata online oggi – l’Unione africana chiede al vice primo ministro italiano di ritirare la sua dichiarazione sprezzante sui migranti africani”. Ma facciamo un passo indietro. Secondo la ricostruzione dell’incontro a porte chiuse, pubblicata da diverse testate internazionali, ad Asselborn, che voleva più immigrati in Europa “perché stiamo invecchiando”, Salvini gli avrebbe replicato che lui, invece, lavora perché “i ragazzi italiani (ed europei) tornino a mettere al mondo dei figli perché non voglio nuovi schiavi”. Il ministro lussemburghese non l’aveva presa bene e, dopo aver attaccato gli italiani (“In Lussemburgo, caro signore, migliaia di italiani sono venuti a lavorare”), ha sbottato dicendo: “Et merde alors”. Un’uscita bollata come “volgare” dal leader della Lega.
Già il giorno dello scontro tra i due ministri dell’Interno, l’ufficio stampa del Viminale aveva pubblicato una nota in cui smentiva “seccamente” le ricostruzioni della stampa internazionale, secondo cui Salvini aveva definito “schiavi”. “Come è facilmente verificabile dai numerosi video e dalle dichiarazioni del ministro – si legge nella nota – Salvini non ha mai insultato gli africani, ma anzi ha censurato l’idea di farli arrivare in Europa per costringerli a lavorare e/o a vivere in condizioni così degradate da ricordare, appunto, la schiavitù. Esattamente il contrario di quanto riportato da alcuni organi di informazione stranieri”. All’Unione africana, però, questa precisazione non è bastata e ora ha diramato una nota per far presente a Salvini che “gli insulti non risolveranno le sfide della migrazione che Africa ed Europa affrontano”.