Milano-Cortina: questa la proposta che oggi il Coni porterà a Losanna, dove il Cio attende una bozza definitiva in vista della sessione di Buenos Aires che a ottobre ufficializzerà le candidature per le Olimpiadi invernali del 2026. Saltata l’ipotesi a tre con Torino: “è mancata la giusta condivisione”, spiega il sottosegretario Giorgetti. Malagò,Torino può ripensarci, c’è tempo. Appello anche da Zaia e Chiamparino a Appendino. Fontana: curioso che la garanzia del governo solo con la candidatura a tre.
“Nessuna imboscata. Per quanto riguarda lo Stato e il governo abbiamo fatto le cose in modo coscienzioso, serio e su un principio di lealtà, quindi non abbiamo rimpianti nel senso che abbiamo fatto tutto il massimo possibile”. Lo ha detto il sottosegretario, Giancarlo Giorgetti, riferendosi alla questione delle candidature italiane per le Olimpiadi invernali 2026. “Non c’è stata nessuna imboscata – ha detto Giorgetti al margine del convegno ‘Emergenza cancro’ – la questione non poteva essere più trasparente e pubblica di così ed ho parlato davnati al Parlamento”.
Con una candidatura a due ”è’ sicuro che l’Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del Governo”. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò ai microfoni di Radio Anch’io su Radio lasciando ancora aperto uno spiraglio per un ripensamento di Torino a rientrare nel tridente per organizzare le Olimpiadi invernali del 2026: ”Siamo ancora in tempo – afferma Malagò – non credo che Losanna non ci prenda in considerazione, oggettivamente è assolutamente aperta”.
”Questa non è una sfida o una prova muscolare, approfitto per fare un ultimo appello alla sindaca Appendino, avevo battezzato io il tridente”. Ai microfoni di Radio Anch’io su Radio 1, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, fa un ultimo tentativo per far tornare Torino in corsa per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026. ”Io sono un inguaribile ottimista, ci sono non solo i 980 milioni per le Olimpiadi. Noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome, è un peccato sciupare questa opportunità”.
”Penso ci sia ancora tempo. Faccio mio l’appello di Luca Zaia”. Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino lascia aperto uno spiraglio per il ritorno in corsa di Torino per organizzare le Olimpiadi: ”Il problema è che la candidatura sia delle tre città e non di una sola, se è così io sono pronto a venire a Roma e sedermi a un tavolo. Così invece si rischia di essere meno forti. La Sindaca Appendino ha mandato quella lettera a fronte della richiesta di Milano di essere capofila. Se problema è il posizionamento nel logo non c’e’ problema”.
“È curioso che se eravamo in tre lo Stato metteva le garanzie e in due non le mette più “: così ha detto il presidente della Lombardia Attilio Fontana a Radio anch’io parlando della candidatura alle Olimpiadi 2026 in cui si sono fatte avanti Veneto e Lombardia dopo che Torino si è sfilata da una candidatura a tre. Comunque “credo che come regioni – ha aggiunto – si possano garantire le coperture e poi trovare privati come sponsor”.
“Sono assolutamente d’accordo con l’accoppiata Milano e Cortina. Nel brand olimpico ci sarà Milano-Cortina 2026”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando a Rtl 102.5. “Ieri ho sentito il sindaco di Cortina e lui è d’accordo. La mia battaglia non è di arroganza ma in questo momento avere davanti il nome e l’immagine di Milano è un bene per tutti – ha concluso -, per questa città e per l’Italia, lo dice uno che è spesso all’estero e sente gli umori del mondo su Milano, una città che ha grande reputazione”.
Governo ‘candidatura a 3 muore’, provano Milano-Cortina
Giorgetti: “mancata condivisione. Tandem ok ma paghino loro”
“Manca la giusta condivisione tra Milano, Cortina e Torino: la candidatura a tre città muore qui”. Nel primo pomeriggio di una fine estate romana, piove sulla capitale ma anche sui sogni olimpici del Coni: il sottosegretario Giancarlo Giorgetti spezza il tridente per le Olimpiadi invernali del 2026. Ma con un’inopinata alleanza tra Milano e Cortina nasce una nuova ipotesi di candidatura italiana. Non ci sarà il sostegno, soprattutto economico, del governo – un elemento che certo pesa in negativo – e però Lombardia e Veneto non vogliono perdere un’occasione forse irripetibile e, dato il passo indietro di Torino, mettono nero su bianco la volontà di provarci da sole, risorse comprese, con la benedizione del vicepremier, Matteo Salvini. Questa la proposta che domani il Coni porterà a Losanna, dove il Cio attende una bozza definitiva in vista della sessione di Buenos Aires, dove a ottobre si ufficializzano le candidature. “La fiamma della speranza rimane accesa, proviamo a tenere vivo il sogno ma senza la garanzia del governo non so come andrà. Per la verità anche gli Usa non presentano mai garanzie governative”, dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, dopo un incontro a Palazzo Chigi con Giorgetti. Il lungo faccia a faccia nella sede dell’Esecutivo chiude una complicata giornata nel tentativo di confermare una proposta italiana di candidatura. Dopo la sentenza di Giorgetti, su quella che sembrava l’ennesima pietra tombale per le aspirazioni dell’Italia cala a stretto giro la carta dei governatori di Lombardia e Veneto, intenzionati a continuare da soli, Milano e Cortina, mettendoci faccia e soldi. Giorgetti poi Salvini, danno il via libera, ma condizionato al mancato uso di risorse da parte dello Stato, che in pratica, e almeno per il momento, si sfila. “Ce la caveremo con i nostri soldi e l’aiuto del Cio”, dice sicuro il governatore lombardo, Attilio Fontana, che conta molto sull’appeal di Milano per convincere il Comitato olimpico. Il leghista Fontana dà atto al sindaco Pd di Milano, Giuseppe Sala, di aver difeso legittimamente il ruolo del capoluogo, “per il bene della candidatura dell’Italia prima che per il bene di Milano”. Una linea confermata dal segretario della Lega: “Se i fondi li trovano, e se la spesa è limitata, perché no? L’importante è che l’Italia torni protagonista”, sottolinea. Dagli M5S, ora a latere del progetto, si fa sentire il vicepremier, Luigi Di Maio, puntando il dito contro il Coni, che non avrebbe preso una decisione chiara “per non scontentare nessuno”. La sindaca Chiara Appendino, ribadisce che in Piemonte “senza il pieno sostegno e l’impegno del Governo non ci sono condizioni per organizzare i Giochi”, ma il governatore Luca Zaia, dopo aver evocato una “falange macedone” con la Lombardia, tende una mano a Torino, invitandola a ripensarci. Intanto, si mette mano ai dossier. Milano e Cortina, e relativi territori, si divideranno quanto Torino dovrà lasciare, in realtà non molto. Progetti, sogni e speranze si intrecciano. Domani una prima risposta.