La domanda è: che tipo di partito? Il difficile settembre di Salvini ruoterà, e in maniera tutt’altro che secondaria, intorno a questo tema. Tenendo conto della sentenza della magistratura sul caso dei 48 milioni truffati dalla vecchia Lega Nord, che potrebbe addirittura arrivare a «mettere un’ipoteca su qualsiasi soggetto che contenga nel nome la parola Lega», il capo leghista dovrà scegliere se fondare un nuovo partito con il perimetro politico della Lega attuale, oppure porsi come il federatore unico di tutta l’area politica che non è centrosinistra e non è Movimento 5 Stelle.
Insomma, potrebbe giungere a compimento la fatidica opa su Forza Italia e su tutte le forze — anche locali — che già oggi non hanno alcuna difficoltà a riunirsi intorno al nome di Matteo Salvini. Se così decidesse, la svolta con ogni probabilità sarà lanciata con un disintermediatissimo appello via Facebook live. Anche per questo, i vicini al segretario leghista escludono scuotendo la testa l’ipotesi che pure negli ultimi giorni ha preso a circolare, quella di una caduta del governo relativamente rapida con elezioni politiche a marzo: «Dopo le elezioni europee di maggio, potrebbe avere un senso — ragiona un deputato —. Con in mano risultati abbaglianti, senza più una concorrenza nel centrodestra, Salvini potrebbe verosimilmente tentare la corsa alla presidenza del Consiglio da solo». Corriere