Indagini, polemiche e “strumentalizzazioni” che impongono comunque “chiarimenti e precisazioni”. È ancora controversa la vicenda del cartone utilizzato al posto del gesso nel Pronto soccorso di Reggio Calabria. Dopo la notizia circolata nelle scorse ore, con tanto di foto diffuse sul web di braccia e gambe immobilizzate con il rimedio “artigianale”, ci pensa il direttore generale a fare il punto sul caso che ha mobilitato persino il ministro della salute Giulia Grillo che ha chiesto l’intervento dei Nas.
In un a nota della Direzione generale del nosocomio reggino diramata il primo agosto si legge che la notizia dei “bendaggi di emergenza” utilizzati al posto del gesso nell’”ospedale metropolitano ‘Bianchi-Melacrino-Morelli è stata fondamentalmente strumentalizzata, ma impone, comunque, un chiarimento e alcune precisazioni”. Ieri, 31 luglio, dopo il caso delle “ingessature di cartone” applicate dai sanitari reggini ad alcuni pazienti con fratture diventato virale in Rete, la dirigenza aveva avviato un’indagine interna e aveva fatto chiarezza su alcuni punti: il paziente arrivato già con l’ingessatura di fortuna era solo uno, mentre era da verificare il caso di una donna. Versione su cui fin da ieri discordavano i sindacati, secondo i quali, foto alla mano, sono almeno 4 i casi accertati.
Sempre nella nota di oggi, invece, si comunica che la direzione sanitaria “ha avviato una doverosa inchiesta interna al fine di accertare eventuali responsabilità che saranno perseguite ai fini disciplinari”. Indagini volte anche “a perseguire ipotesi diverse, le quali sembrano delinearsi”, ovvero il tentativo di “danneggiare l’immagine dell’ospedale”.
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