Diciotti, Di Maio con il Colle Ma Salvini ora attacca i pm

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1531420104-lapresse-20180712161509-26867132Matteo Salvini non usa giri di parole. Da Innsbruck fa trapelare tutto il suo dissenso per l’ingerenza del Colle sullo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti a Trapani.

In un colloquio con Repubblica, il ministro degli Interni afferma: “Stupore per il Quirinale che è intervenuto in una decisione che competeva al governo e rammarico per i magistrati della procura siciliana. Sono loro che si stanno assumendo questa responsabilità”. Parole dure che lasciano intendere quanto sia alta la tensione in queste ore tra il Viminale e il Colle che con una telefonata a Palazzo Chigi ha sbloccato l’odissea dei 67 migranti che erano stati salvati dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa per poi essere trasbordati sulla Diciotti. Poi Salvini ricorda che “in altri casi analoghi erano state compiute scelte diverse”.

E ancora: “Se vogliamo dirla tutta, se i magistrati pensano che a bordo non sia successo nulla, allora smentiscono il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e la Guardia costiera che da lui dipende e che aveva parlato di rivolta: io a quello ero fermo. E gli elementi in mio possesso confermano altro. Se adesso è cambiato qualcosa…”. Poi regola i conti con i grillini che nelle ultime ore contestano sempre più la linea del Viminale: “Toninelli e Di Maio? Ma no, con loro due mi sento ogni giorno. Ho dato anche il via libera sui vitalizi, che devo fare di più…”. Un passaggio anche sulla Trenta che non condivide la linea di Salvini sulle missioni navali: “Ma se ho qui dei messaggi che quasi ogni giorno mi invia per dirmi che la pensa come me, che le critiche nei miei confronti sono solo montature?”.

Eppure anche le parole di Di Maio di questa mattina ad Agorà estate testimoniano il gelo con il Viminale. Il ministro del Lavoro si è schierato con il Colle: “Se il ministro Salvini abbia esagerato o meno non me ne frega nulla. La cosa importante è che con l’intervento del presidente della Repubblica si sia sbloccata la storia. Il presidente è intervenuto e bisogna rispettare il presidente e fare in modo che quando ci sono questioni del genere le procedure siano più veloci. La nostra preoccupazione era fare in modo che chi aveva aggredito l’equipaggio del rimorchiatore dovesse essere perseguito; quando abbiamo aspettato qualche tempo per riuscire a capire se sarebbero stati perseguiti è intervenuto il presidente ed è stato un obbligo far sbarcare migranti”. Infine da Di Maio arriva un “assist” ai giudici: “Credo che abbia competenza la magistratura – ha aggiunto – lo dicono le leggi dello Stato, ma bisogna dare messaggio chiaro, i cittadini si aspettano che la giustizia trionfi sempre. Bisogna accertarsi che le persone siano state individuate e devono essere perseguite: salvare è giusto ma un minimo di riconoscenza nei confronti del nostro Paese ci deve essere”. Matteo Salvini ha però rilanciato ai microfoni Rtl: “Andrò fino in fondo, fino a quando qualcuno non verrà assicurato alla giustizia. Non permetterò che finisca a tarallucci e vino. L’unica cosa che mi farebbe arrabbiare» è che la vicenda della nave Diciotti finisse con gli indagati a piede libero”. Infine il ministro degli Interni ribadisce la sua linea: “Nessuna polemica, sbarchi e morti ridotto, ridotto anche gli ospiti di case e alberghi, io tiro dritto sulla linea della fermezza. Entro l’estate il taglio dei 35 euro al giorno di costo per ogni richiedente asilo, voglio risparmiare 500 milioni da investire in sicurezza”.

IlGiornale