Sono molti gli articoli sulla stampa che parlano della Alexander Maersk e della sua “Odissea”, decine di scritti e di servizi nei telegiornali e nei servizi all news che parlano di questa nave, “costretta” ad attendere poco fuori il porto di Pozzallo con a bordo circa 110 immigrati.
Noi abbiamo seguito la strana storia della Alexander Maersk dalla notte tra giovedì e venerdì, e voi che ci seguite sempre sui nostri social lo sapete benissimo.
La Maersk, nave portacontainer che fa spesso servizio tra Malta e la Libia, è salpata da Misurata nella giornata di giovedì. Poche ore dopo, come ogni tanto accade, non era più visibile sui sistemi civili di tracciamento delle imbarcazioni.
Nelle prime ore di venerdì un tweet della ong Lifeline (quella stessa ong che ha operato per 8 giorni al largo della Libia con il transponder spento, e non ha ottemperato alle indicazioni della guardia costiera libica nella gestione degli immigrati portati al largo dagli scafisti) annunciava che i gommoni della Lifeline avevano offerto il loro aiuto alla Maersk per portare a bordo un centinaio di persone che erano su gommoni al largo di Misurata.
Un caso fantastico: una nave con il transponder spento si trova casualmente lungo la rotta di un’altra nave, a noi non visibile, e nello stesso punto si trovano simultaneamente con oltre cento immigrati su di un gommone senza possibilità di muoversi.
Quindi Maersk e Lifeline hanno collaborato per portare a bordo queste persone.
Ma ora andiamo oltre. Quale era il porto sicuro più vicino per la Maersk? Sicuramente Misurata perché da quel porto la nave proveniva e sicuramente sapeva che Misurata è ora un porto sicuro per lei. Ma pazienza, diciamo che Misurata non era ritenuto il primo porto sicuro dal comandante. Dove era diretta la Alexander Maersk? Era diretta a Malta, quindi Malta era sicuramente il primo porto sicuro per quella nave.
Ma inspiegabilmente (anzi spiegabilmente) la nave si è diretta verso la Sicilia, puntando direttamente Pozzallo.
Ecco ora dobbiamo capire perché Pozzallo è un porto sicuro e Malta non lo è. Dobbiamo capire perché Malta può rifiutarsi di accogliere questa nave mentre l’Italia e obbligata a farlo. Dobbiamo capire perché questa nave non si è coordinata con i libici o con Malta per organizzare i soccorsi, mentre si è coordinata perfettamente nella notte con una Ong che opera in barba alla direttiva Minniti a 35 miglia dalla Libia.
Una volta che avremo capito tutti questi particolari, potremo parlare con maggior cognizione di causa di questa strana storia che riguarda una nave commerciale che tocca spesso le coste libiche.
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