Sergio Bramini superstar. E la sua villa con piscina, a Monza, è il primo luogo di culto del nascente governo giallo-verde. Bramini è l’imprenditore di 77 anni fallito a causa de crediti che lo Stato non gli paga e la sua villa oggi verrà pignorata perché lui è insolvente.
Matteo Salvini lo va a trovare tra poche ore – «È il simbolo dello Stato che strozza l’impresa, con il nostro governo questo non succederà più» – e parla di ingiustizia profonda in merito a questa vicenda. Luigi Di Maio ha anticipato il leader leghista e ieri sera si è recato da Bramini. Dicendo: «Se una persona come quella che ho qui accanto deve avere i soldi dallo Stato e non avendoli fallisce, perché sta cercando di pagare gli stipendi e le tasse, e lo Stato ti deve aiutare e non mandare i suoi scagnozzi a prenderti la casa. Questa è la follia più grande che ci possa essere. Quindi bisogna bloccare tutti i meccanismi che si innescano quando lo stato deve pagare un imprenditore».
Bramini ha ascoltato soddisfatto, e ora aspetta Salvini. I due leader non vogliono dare l’impressione che ormai sono chiusi nel Palazzo e concentrati solo sulle trattative di Palazzo. Dunque, siamo affianco degli italiani che soffrono: è il loro messaggio. E Casa Bramini, prima che il padrone venga sloggiato, diventa un set politicissimo.