“Costretti a trasferire le sedi al Sud perché a Bergamo non si trovano candidati”. E’ la sofferta decisione presa da Marco Picecchi, amministratore delegato della At Phone, un call center di Alzano Lombardo, nella Bergamasca. “Da queste parti nessuno sembra interessato alla nostra offerta di lavoro – precisa l’imprenditore -. Se uno è bravo da noi guadagna 1.100 euro al mese”. Da qui la scelta di aprire nuove sedi a Paternò (Catania) e Latina. In un’intervista a La Repubblica, Picecchi spiega: “Se nella Bergamasca nessuno è interessato alla nostra offerta di lavoro per l’economia locale è sicuramente un segnale positivo, vuol dire che non c’è crisi. Ma per noi no, abbiamo dovuto seguire altre strade e aprire al Centro e al Sud”.
La società di Picecchi, nata poco meno di tre anni fa – secondo quanto riportato dal sito internet di TgCom24 – si occupa di gestione e recupero crediti e lavora per grandi banche, clienti commerciali e società finanziarie. Su 600 postazioni allestite, sono state riempite solo un terzo (215). A Latina, ad esempio, sono già arrivati 150 telefonisti, e Paternò promette di raggiungerne altrettanti: “Questa è la realtà, inutile girarci intorno – prosegue Picecchi -. Per reperire collaboratori le abbiamo provate tutte: i classici annunci su portali web, canali specializzati e agenzie ma non c’è stato nulla da fare. Per ottimizzare le risorse sposteremo ad Alzano la sede di Bergamo, dove lavorano già 150 persone. E con il Centro Sud speriamo di arrivare a colmare l’organico”. L’imprenditore assicura: “Sono contratti di lavoro a progetto, è vero. Ma mi sembra una buona opportunità. Formiamo noi chi arriva, perché per recuperare crediti bancari o societari devi conoscere i contratti”. Paternò già ospita un call center lombardo, quello di Regione Lombardia. Ci lavorano 800 persone e costa al Pirellone 22 milioni di euro l’anno.