E’ ressa per le vaccinazioni anti-morbillo a Catania. In città, da giorni i nove centri per la vaccinazione, sono stati presi d’assalto da decine e decine di pazienti in cerca di notizie utili alla loro causa e pronti a sottoporsi al siero anti-morbillo. La diffusione della malattia e la morte di quattro persone che avevano contratto il virus hanno scatenato la frenesia di quanti temono di potere essere contagiati. “Dopo le notizie di cronaca siamo subissati di richieste di vaccinazioni – spiega Mario Morello, responsabile dell’ambulatorio per le vaccinazioni, ospedale San Luigi – cercheremo di soddisfare la richiesta, di accontentare tutti. Anche se è utile sapere che dopo i 50 anni non è più necessario”. Dalle 7 gli ambulatori sono stati assediati. “Credo sia necessario informarsi – spiega una signora che si è messa in fila alle otto – io ho due figli di 14 e 23 anni: cosa devo fare? L’informazione sanitaria credo sia indispensabile per organizzarsi e potere evitare di prendere il morbillo”.
La ressa è in tutti e 62 i centri per la vaccinazione disseminati in tutta la provincia di Catania: “Mio figlio ha sette mesi – spiega un signore che attende il vaccino a Misterbianco, alle porte di Catania – io credo che per i neonati sia indispensabile procedere con fila diverse. Anche se tutti hanno il diritto di potere ottenere il vaccino”. E poi c’è chi è dovuto tornare non per la seconda volta, ma per la terza: “Alla fine ce l’ho fatta – spiega un giovane di 27 anni che frequenta la facoltà di medicina e dunque prossimo dottore – la prima volta si è fatto troppo tardi, la seconda volta sono finiti i vaccini. Ma poco importa bisogna essere positivi, alla fine ce l’ho fatto. Mi sono vaccinato perché mi sento a rischio frequentando le lezioni in ospedale”. Intanto nella riunione convocata dal sindaco di Catania Enzo Bianco nel Palazzo degli elefanti e alla quale ha preso parte l’assessore alla Salute della Regione Siciliana Ruggero Razza si è deeciso di procedere a uno screening dettagliato per categorie di coloro i quali sono stati sottoposti a vaccinazione.
Al tavolo c’erano anche il rettore dell’Università etnea Francesco Basile, il presidente dell’Ordine dei Medici Massimo Buscema, i direttori generali dell’Asp Giuseppe Giammanco, del Policlinico-Vittorio Emanuele Paolo Cantaro, dell’Arnas Garibaldi Giorgio Santonocito e del Cannizzaro Angelo Pellicanò, Domenico Grimaldi, in rappresentanza della commissione Sanità del Comune, Bruno Cacopardo dell’Universitá di Catania, il direttore della Scuola di Medicina di Catania, Giuseppe Sessa, i quattro direttori sanitari delle Aziende di Catania e il consulente del sindaco per le politiche sanitarie Francesco Santocono.
“Abbiamo lavorato – ha detto Bianco – in un clima di grande collaborazione istituzionale, con spirito di squadra e un atteggiamento che non è né allarmistico né di sottovalutazione. L’assessore regionale Razza nei giorni scorsi aveva promosso tutte le riunioni necessarie su un tema che non deve generare allarmismo ma che certamente non deve essere sottovalutato. Adesso abbiamo messo insieme tutti coloro che operano nel territorio cittadino: l’Università, l’Ordine dei Medici, i direttori generali e sanitari. Lo scopo era quello di coordinare ogni intervento per migliorare la nostra capacità di controllo dellla situazione e aiutare ulteriormente la pratica della vaccinazione”.
Nel corso della riunione è stata sottolineata l’importanza della comunicazione sulle vaccinazioni, che ha nella figura del medico di famiglia il suo perno. Ed è stata ribadita la necessità di far scattare la legge Lorenzin sull’obbligatorietà delle vaccinazioni qualora i non vaccinati non rispondessero all’invito. “La obbligatorietà della vaccinazione – ha affermato Razza – ha consentito di poter andare avanti sulla percentuale di soggetti vaccinati, però chi oggi è soggetto a rischio si trova in una fascia d’età tra i venti e i quarant’anni. Per questo, nelle disposizioni che abbiamo emanato ieri, abbiamo dato la possibilità a tutte le Asp di vaccinare in esenzione ticket e abbiamo dato una dispozione che riguarda lo screening di tutto il personale degli ospedali. Sono delle misure semplici, ma che consentono di riportare la Sicilia sugli standard internazionali”. Repubblica Palermo