Beati loro che hanno sempre una certezza, una buona causa da inquadrare in bianco e nero per schierarsi comodamente dal salotto di casa.
E che ci vuole? Basta un selfie e ci si può «impegnare» su qualunque cosa, anche senza capirla più di tanto. Mafia, violenza sulle donne e ora Siria: non c’è argomento che i grilli parlanti della sinistra intellettuale e militante non affronti con la stessa consueta malriposta sicumera. E se poi si spara un po’ a caso pazienza. Vedi Loredana De Petris che si è subito accodata all’ultima inutile campagna web contro la barbarie dei gas in Siria: una foto con la mano a coprire bocca e naso, come Muhammad Najem, il 15enne attivista siriano che però la questione la vive un po’ più da vicino. L’ex Verde De Petris invece, dopo una vita in Parlamento (è stata rieletta all’ultimo giro con Leu) partecipa alla catena di Sant’Antonio fotografica sparando il suo missile contro il dittatore Assad, ma sbagliando bersaglio «Hassan sta massacrando bambini donne migliaia di civili con armi chimiche». Vabbè, l’importante è esserci. Ma importante per chi? Non se la cava meglio Luciana Littizzetto che per una volta fa ridere davvero scrivendo che «Hassad sta usando armi chimiche sui civili». Anche lei si tappa la bocca e almeno di questo in tanti le saranno grati. Non poteva mancare nemmeno Laura Boldrini e ci si è messo pure Fabio Volo. A smuovere tali mobili coscienze Roberto Saviano, lo scrittore che imbroccato un libro si sente in grado di pontificare su tutto. Assad può stare tranquillo: è la stessa partita di giro che inneggiava alle Primavere arabe e si è visto com’è finita. E stavolta c’è un paradosso in più: alla fine a raccogliere l’appello a «fare qualcosa» potrebbe essere l’odiato Trump. Come la metteranno se bombarda Hassan, Hassad o Assad?