di Giancarlo Ciatto, ex consigliere comunale Paternò
Egregio Direttore,
è sotto gli occhi di tutti, tranne di chi non vuol vedere, che la nostra Città è al collasso. Strade sporche, caotiche, anarchiche. Pare che ognuno sia libero di fare ciò che vuole, senza tenere conto di essere parte di una Comunità. La Città è disarticolata, priva di scambi economici, sociali e culturali; scomposta nella sua crescita; svuotata al centro storico; arretrata e priva di servizi in periferia. Piccoli gruppi criminali controllano indisturbati porzioni di territorio dove avviene di tutto. Chiunque non voglia ipocritamente sottrarsi ad un serio confronto con la realtà delle cose, non può non trovarsi d’accordo con questa descrizione – certo dura – dei fatti. Tutti i nodi centrali che dovrebbero essere affrontati giacciono sui tavoli silenti , e in tutt’altre faccende affaccendati, di quel che rimane della politica locale. Mi riferisco principalmente alla questione urbanistica; alla questione legata ai rifiuti; alla questione del bilancio pubblico; alla questione della burocrazia; alla questione dell’ordine pubblico. Niente si muove nel senso, non dico di una risoluzione definitiva, ma quantomeno del cominciare ad affrontare queste questioni. In questo quadro desolante ciò che ai miei occhi appare allarmante, è la totale apatia nella quale la nostra Città è sprofondata.
Paternò sembra essersi addormentata in un sonno profondo. Come se qualcuno avesse introiettato nelle vene della nostra comunità un sonnifero – per dire il vero già altre volte conosciuto- che rende una lunga e lenta agonia più sopportabile; che induce alla rassegnazione. Ci si accontenta dei proclami vuoti e privi di senso di un Sindaco presente sempre , anche quando non dovrebbe. Intanto, nel silenzio assordante dei più, avviene un rimpasto di giunta figlio di vecchie logiche politiche che riporta al centro della scena nientepopodimeno che Ignazio La Russa, completando il quadro di un’amministrazione priva di competenze e di slancio politico, fatta eccezione per il vice sindaco Mannino. Il Consiglio comunale, al di là dell’unica voce dissonante che è quella di Distefano, è ridotto ad un luogo persino inutile. I grillini da incendiari si sono trasformati in pompieri, come era prevedibile. La Stampa, solerte nello scorso quinquennio nel sollecitare la politica ad occuparsi delle priorità, sembra del tutto scomparsa.
Questa mia vuole essere un forte grido d’allarme ed un invito a tutte le forze del centrosinistra, indebolite per diverse ragioni, a ritrovare un cammino di unità e ad alzare la testa di fronte a tanto scempio. Bisogna sedersi intorno ad un tavolo, ripartendo dagli errori commessi nel passato, affrontandoli con la dovuta profondità ed il dovuto senso autocritico, per cominciare a riparlare di futuro. Io rivendico le mie divergenze rispetto alla vecchia amministrazione, su questioni di merito e di metodo. Ma ammetto di avere sbagliato nei tempi e nei modi nel contrastarli. In quella che è apparsa più una questione personale tra me e l’ex Sindaco. Mi assumo totalmente la mia parte di responsabilità rispetto al fallimento di quella esperienza. Adesso però è arrivato il momento di rimuovere la polvere sotto il tappeto, affrontando con scrupolosa serietà gli errori commessi, per potere ripartire. La Città ha bisogno di una fortissima scossa, un vecchio sistema politico ha rialzato la testa.