Catania, muore per morbillo una ragazza di 25 anni

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morbillo-kX3F-U43460526537699YDD-593x443@Corriere-Web-SezioniUna ragazza di 25 anni, Maria Concetta Messina, è morta a causa del morbillo nell’ospedale Garibaldi di Catania. La notizia del decesso, avvenuto lunedì scorso, è riportata dal quotidiano «La Sicilia». La 25enne, madre di una bimba di due anni, era arrivata nel pronto soccorso il 23 marzo scorso ma dopo un periodo in astanteria e un ricovero in osservazione intensiva – scrive il quotidiano – le sue condizioni si erano aggravate velocemente tanto da suggerire un trasferimento nel reparto di rianimazione, dove è morta.

La denuncia

I familiari hanno presentato una denuncia ai carabinieri, che hanno sequestrato le cartelle cliniche. «Me l’hanno ammazzata – dice la madre, Maria Di Bella, in lacrime – Mia figlia è entrata per il morbillo ed è uscita morta. Le hanno prestato le cure, non dico di no, ma poi per me c’è stata negligenza. È rimasta buttata su una barella per ore ed ore assieme ad altre persone che avevano il morbillo nella stessa stanza. È possibile che si sia aggravata in così breve tempo?».

Le prime cure

La madre racconta che Maria Concetta una settimana fa era stata visitata dal medico di famiglia perché aveva delle bollicine in bocca, anche se non si sarebbe parlato subito di morbillo. La cura a base di paracetamolo e antibiotico non era però bastata a ridurre la febbre. Venerdì scorso la donna si è rivolta al pronto soccorso , dove però la malattia è progredita velocemente.

I casi di morbillo

Fino ad oggi sono stati tre i decessi a causa del morbillo nel 2018. Nell’ultimo bollettino di febbraio di Epicentro (il centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità) sono stati segnalati 164 casi di morbillo. Oltre l’80% dei casi è stato segnalato da 4 Regioni (Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria). La Regione Sicilia ha riportato l’incidenza più elevata. L’età mediana è stata 25 anni. Il 93% circa dei casi era non vaccinato o aveva ricevuto solo una dose. Il 40% ha sviluppato almeno una complicanza, mentre oltre la metà è stato ricoverato.