Senato, eletti i quattro vicepresidenti. Resta fuori il Pd

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Dopo l’elezione della forzista Maria Elisabetta Alberti Casellati alla presidenza del Senato, l’aula di Palazzo Madama nomina i quattro vicepresidenti.

Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica

Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica

Sono Roberto Calderoli della Lega, che passa con 164 voti, Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia (119 voti), Paola Taverna del Movimento 5 Stelle (105 voti) e Anna Rossomando del Pd (63 voti). Ma è sulle figure dei questori e dei segratri che scoppia la bagarre. Con i dem che gridano allo scandalo perché nessuno dei loro è stato eletto tra i questori e i sottosegretari. “È un fatto gravissimo – tuona a Porta a Porta il neo presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci – per la prima volta nella storia repubblicana l’opposizione parlamentare non avrà accesso al funzionamento della macchina del Senato. Siamo davanti ad un fatto senza precedenti”.

“Quale è il concetto di democrazia del M5S e della destra? Facciamo tutto da soli?”. A far infuriare i democrat è stata l’elezione dei tre questori e dei segrateri. I senatori hanno,infatti, nominato questori Antonio De Poli di Forza Italia (il più votato con 165 preferenze), Paolo Arrigoni dela Lega (130 voti) e Laura Bottici del Movimento 5 Stelle (115 voti). Al Pd non è toccato nessun questore dal momento che il candidato del Nazareno, Gianni Pittella, ha ottenuto solo 59 voti. “Che in Senato sia stato negata al Pd la possibilità di avere un questore è un fatto gravissimo”, ha sbottato il piddì Marcucci. Anche tra i segretari, però, non è stato nominato alcuno esponente del Partito democratico. Sono, infatti, stati eletti Paolo Tosato e Tiziana Nisini dlla Lega, Francesco Giro e Vincenzo Carbone di Forza Italia, Michela Montevecchi, Sergio Puglia, Giuseppe Pisani e Gianluca Castaldi del Movimento 5 Stelle.

Subito dopo la rottura a Palazzo Madama, Maurizio Martina ha fatto sapere che i dem non parteciperanno agli incontri programmati dal M5s con le altre forze per trovare il modo di far partire il nuovo esecutivo. Poi, con un comunicato congiunto dei neo capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, è stata fissata la linea. Il partito farà opposizione responsabile” perché è il ruolo che gli hanno attribuito gli elettori con il voto del 4 marzo. Questo, “ovviamente ascoltando con attenzione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.