«Caro Matteo, la fase è delicata e serve ragionevolezza». Negli ultimi giorni si è un po’ innervosito, Silvio Berlusconi, per certi atteggiamenti di Salvini che, da candidato-premier del centrodestra, con troppa disinvoltura chiudeva la porta al dialogo con il Pd e trattava con il M5s, anche per spartirsi i vertici delle Camere, appropriandosi del ruolo di leader della coalizione. Così, il Cavaliere ha invitato il segretario della Lega a superare la fase derbystica e a scendere con i piedi per terra, dopo aver fatto sapere al Pd che invece di stare sull’Aventino deve dimostrare responsabilità.
La raccomandazione a Salvini, è l’impressione tra gli azzurri più vicini al leader di Forza Italia, non sembra caduta nel vuoto. «Forse, Matteo comincia a capire che non è certo facile costruire un accordo con Di Maio, ha visto che ha subito messo un paletto sulla candidatura al Senato di Romani. Realizza che nessuno di noi vuole seguirlo acriticamente, tantomeno riconoscerlo come capo di tutto il centrodestra. E se Fi lo scarica, non va da nessuna parte». Insomma, dall’ottica di Berlusconi e dei suoi, un raddrizzamento nell’azione del leader leghista c’è stato: ora sottolinea che è la coalizione ad avere il 37%, non lui, lancia segnali al Pd e assicura che non vuole tornare al voto. Ma siamo solo agli inizi del percorso e i prossimi 3-4 giorni vengono definiti «decisivi»: sono quelli che precedono l’elezione il 23 marzo dei vertici delle Camere. Una partita che per Fi non può essere separata da quella del governo.
Dopo aver fatto da testimone alle nozze della deputata rieletta Catia Polidori, il Cav è rimasto la notte in Umbria, ma oggi è atteso nella villa di Arcore, per il tradizionale pranzo di famiglia. Al ricevimento della Polidori ha incontrato il presidente del Parlamento europeo Tajani, il capogruppo alla Camera Brunetta, che sta incontrando in questi giorni i 5S, Michaela Biancofiore, Stefania Prestigiacomo e un drappello di neoparlamentari umbri, a cominciare dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno. «Forza, si va avanti!», è stato il messaggio a tutti.
A Roma è il momento del fidatissimo Gianni Letta, che sta riservatamente lavorando per contattare tutti e tessere la tela per mettere insieme un governo di centrodestra. «Nei momenti più difficili è sempre il punto di riferimento», dicono nel cerchio magico del leader. Pare sia stato lui a suggerire a Berlusconi che un avvertimento deciso a Salvini andava dato. Ed è anche l’uomo di Fi capace di tenere un filo diretto con il Quirinale. Il Cav conta molto sulla persuasione del presidente Mattarella, che di governi di minoranza ne ha visti tanti e potrebbe convincere i dem a sostenere quello di centrodestra o ad arrivare a larghe intese.
Intanto, tra gli azzurri si moltiplicano le dichiarazioni di solidarietà: a Brunetta, attaccato da Libero e Il Tempo e a Romani, nel mirino del M5s per il processo per peculato. «Attaccare Brunetta significa attaccare Fi», fa quadrato Michela Vittoria Brambilla, con Marcello Fiori e altri. «Un pretesto inaccettabile quello che vorrebbe escludere Romani dalla possibile candidatura alla guida del Senato», insorge Maria Stella Gelmini, con Schifani, Gasparri, Bernini, Ravetto, Mallegni. In Calabria c’è una bega con Fdi, cui sarebbe andato il seggio dell’azzurra Maria Tripodi e Fi denuncia «gravissime anomalie». IlGiornale