Dottore Condorelli lei è nuovamente in campo per una nuova campagna elettorale. Ma non si stanca mai?
Mi sveglio la mattina presto e ancora in tarda serata incontro amici e concittadini che mi chiedono un consiglio e un aiuto. Credo di non sapere fare a meno di stare in mezzo alla gente, complice anche la mia professione che mi permette di stare a contatto con centinaia di persone ogni giorno.
E la politica?
Ovviamente ha un ruolo importante. La faccio da sempre e sempre dalla stessa parte, nonostante qualcuno delle volte abbia strumentalizzato negativamente alcuni miei passaggi di responsabilità quando sedevo in Consiglio Comunale. Anche adesso non ho saputo sottrarmi ad un nuovo ed entusiasmante impegno per la mia città ma anche per tutto il mio territorio.
Infatti lei è candidato al Senato della Repubblica, si vota tra pochissimi giorni.
Ad un uomo come me non poteva essere riconosciuta una posizione politica non da protagonista. Io insieme a tanti amici rappresentiamo un consenso vero nella città, un consenso fatto di vicinanza vera alle problematiche quotidiane delle persone. La gente mi conosce così ed è con le stesse prerogative che ho deciso di tuffarmi in questo nuovo impegno.
Lei parlava di una posizione non da partecipante ma da protagonista. Lei è infatti capolista nella coaiddetta “Quarta gamba” del Centrodestra al Senato nella Sicilia orientale. Una responsabilità importante.
Essere capolista equivale a rappresentare già solo da candidato una leadership che mi viene riconosciuta dapprima dalla gente, e poi dalla stessa politica. “Noi con l’Italia – UDC” è una lista che rappresenta quei valori della cristianità e della famiglia che sono sempre stati i miei, in moltissimi anni di impegno politico.
Lei è molto legato alla famiglia e ai valori che rappresenta.
Senza i miei quattro figli e senza mia moglie, oggi non avrei potuto certamente essere l’uomo che sono. I valori della famiglia tradizionale devono essere i valori fondanti di uno Stato per come lo concepisco io e per come lo concepisce “Noi con l’Italia”.
Perché non ha espresso una candidatura in Forza Italia?
Le targhette sulla porta per me non hanno mai avuto una rilevanza preponderante. Per me ha sempre contato il rapporto diretto con la gente, con il mio territorio. Tutto il resto per me è secondario.
Crede che vi sia stata una manchevolezza da parte dei rappresentanti politici di questa città ai vari livello istituzionali?
Io posso dirle quello che farei io da senatore se tra due settimane dovessi essere eletto. Starei in Parlamento il tempo necessario. Tutto il resto dei giorni li passerei ad ascoltare il mio territorio, in lungo e in largo. Un territorio che non è solo Paternò ma tutta la Sicilia orientale. Un’esperienza avvincente ma che mi carica anche di una enorme responsabilità Lei è un uomo notoriamente di destra identitaria.
E continua su queste posizioni anche se è candidato in una lista che posta nel simbolo lo stemma dello scudocrociato?
Vale ciò che le ho detto prima. E’ la parte politica quella che conta. Non avrei mai potuto esprimere una candidatura nel Centrosinistra, ovviamente mai con il Movimento Cinquestelle. Soltanto il Centrodestra è capace di dare al Paese e alle Amministrazioni intermedie quella capacità di guardare al futuro con metodi che riescono ad essere non solo apprezzati ma anche utili per i cittadini. La ricetta dei leader di Noi con l’Italia, come peraltro quella del presidente Berlusconi, è quella del “meno tasse” con una logica precisa: la crisi non attanaglia soltanto chi non ha un reddito o chi è indigente, ma anche i professionisti, le partite iva, i piccoli commercianti, il ceto medio. I consumi si sono contratti e vi è bisogno quindi di una spinta in avanti. Questa sinistra ha saputo solo ignorare ciò che il Popolo chiede a gran voce ormai da troppo tempo. Uno come me, a contatto con la gente ventiquattro ore al giorno, non può ignorare queste cose. Non interessano i piccoli interessi di questo o quell’altro partito, ma verità è che alla gente interessano risposte. E l’attuale nostra collocazione, con il raggiungimento del 3% nazionale, potrà consentirci di entrare in Senato e divenire finalmente riferimento di questo territorio.
Le sue priorità?
La Sanità innanzitutto. Il nostro ospedale deve tornare ad essere punto di eccellenza ed è impensabile che si possa far fronte soo alle emergenze. Va risolta la problematica relativa al depotenziamento del nostro “SS. Salvatore” in modo strutturale e definitivo. Questo può avvenire solo se l’Amministrazione Comunale, che io seguo con molta attenzione, ha modo di interfacciarsi con dei collegamenti seri a Palermo e a Roma. Diversamente la città rischia di restare isolata politicamente e quindi anche sul piano istituzionale. La fortuna è che questo sindaco sta dimostrando non solo buona volontà ma capacità di essere incisivo anche con strumenti talvolta oggettivamente limitati.
Sul sistema dei trasporti che ci dice?
Anche li vi è un’emergenza. Vero è che il Ponte sullo Stretto permetterebbe di rilanciare tutta una serie di progetti di riqualificazione della rete e dei collegamenti. Ma è altrettanto vero è che se il Ponte rappresenta il simbolo, vi sono altre centinaia e forse migliaia di incompiute meno eclatanti ma altrettanto importanti per tutto il territorio. Strade colabrodo, infrastrutture fatiscenti e molto altro. Su questo dobbiamo concentrarci, perché se la gente percepisce la politica menefreghista in questi ambiti, oltre che sul tema del lavoro, la politica dimostra di avere definitivamente fallito. Da qui vi sarebbero due strade: il non voto o il voto di protesta dato ai grillini. Dobbiamo evitare tutto questo e provare, sia pure con tutti gli impedimenti del caso, di responsabilizzare la politica.
Parlava di lavoro. Cosa dice su questo?
E’ la vera priorità, cosa vuole che le dica. Ha perfettamente ragione. Ma sono ambiti di governo legati tra di loro. Se si investe sulle infrastrutture aumenta anche l’occupazione. Se si compie uno sforzo per la valorizzazione della nostra arancia rossa di Sicilia, anche quella un’eterna incompiuta, aumenta l’occupazione. Se si defiscalizza l’assunzione, aumenta l’occupazione. Se come stabilito dai leader della coalizione di Centrodestra, sarà introdotta la flat tax con una tassa unica per persone e imprese, aumenterà l’occupazione perché le imprese pagheranno meno e saranno quindi in grado di potere aprire a nuove assunzioni. Dobbiamo essere coraggiosi e mettere in campo misure virtuose nell’esclusivo interesse dei cittadini.