Catania-Palermo, dopo 3 anni assegnati i lavori per ricostruirla

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A distanza di due anni e dieci mesi dal crollo del viadotto Himera, l’Anas annuncia che sono stati aggiudicati i lavori per la ricostruzione della carreggiata direzione Catania dell’autostrada A-19 Palermo-Catania. Un’opera che sempre secondo l’Anas doveva essere completata entro il 2018. Invece dall’aperura del cantiere, che non avverrà prima della primavera, ci vorranno 570 giorni (salvo ritardi) e 11 milioni di euro per riportare l’arteria stradale alla normalità.

Viadotto Catania-Palermo

Viadotto Catania-Palermo

Nella migliore delle ipotesi il nuovo viadotto verrà riaperto per l’inizio del 2020. Aggiudicatario della gara è il raggruppamento temporaneo di imprese Gecob srl – Colnisa Costruzioni – Bua Costruzioni srl, con sede in Catania. La progettazione del nuovo viadotto è iniziata nel febbraio del 2016, mentre la pubblicazione del bando è di agosto dello scorso anno.

Il nuovo viadotto sarà realizzato in acciaio, con tre campate di grande luce per uno sviluppo complessivo di 270 metri. La campata centrale da 130 metri consentirà di scavalcare la porzione del corpo di frana, mentre le due pile e le relative fondazioni, posizionate ai margini della frana, saranno dimensionate per resistere al complesso quadro geomorfologico esistente sui versanti.

L’appalto è stato aggiudicato mediante il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, assegnando un massimo di 30 punti al prezzo e un massimo di 70 punti alla componente qualitativa, con la finalità di valorizzare pienamente la qualità delle offerte. “Quest’appalto – ha dichiarato il coordinatore territoriale di Anas Sicilia, Valerio Mele – conferma l’impegno di Anas per l’autostrada A19 Palermo-Catania, per la quale è previsto, peraltro, un piano quinquennale di manutenzione straordinaria per un investimento complessivo di 870 milioni di euro fino al 2020, con svariati interventi già in corso di esecuzione”.

Per il crollo del viadotto la Procura di Termini Imerese nel luglio del 2017 ha chiuso un’inchiesta con cinque indagati per omissione di atti d’ufficio e attentato alla sicurezza dei trasporti. Secondo l’ipotesi accusatoria gli indagati “pur essendo a conoscenza dell’evoluzione del corpo di frana che si era manifestata, nel periodo tra marzo ed aprile del 2015, sul versante prospiciente l’autostrada A19 Palermo-Catania ricadente nel territorio del Comune di Caltavuturo, non hanno adottato i provvedimenti dovuti, ognuno in relazione alle specifiche competenze”.

Per gli automobilisti dunque continueranno i disagi almeno fino alla fine del prossimo anno, con la deviazione di percorso nella bretella realizzata nel 2016. Disagi a cui il Movimento 5 Stelle cercò di porre rimedio finanziando la ristrutturazione della trazzera di Caltavuturo con parte degli stipendi dei 14 deputati all’Ars. Repubblica Palermo