“Prendo atto che in Sicilia non sono opportuni, e forse nemmeno consentiti, la libertà di opinione e il diritto di critica, ovvero una agibilità politica non condizionata da poteri forti”. Vittorio Sgarbi riaccende, sul filo dell’ironia, il duello polemico con il “suo” presidente Nello Musumeci. Il critico d’arte, neo-assessore regionale ai Beni culturali, ieri aveva criticato pesantemente il pm Nino Di Matteo: “Dalle minacce di Riina ha tratto beneficio, ha cavalcato l’onda per fare l’eroe”. In serata, dopo un lungo silenzio imbarazzato, il governatore Nello Musumeci lo aveva invitato “a essere più sobrio”, dopo avere precisato di “non condividere nella forma e nel contenuto” l’attacco di Sgarbi al magistrato palermitano. Musumeci, peraltro, qualche anno fa aveva invitato Di Matteo a una seduta della commissione regionale antimafia che presiedeva, indicandolo come simbolo “da sottrarre all’isolamento”.
Dopo la garbata reprimenda del presidente della Regione, Sgarbi sceglie la strada del sarcasmo: “Rinuncio ad occuparmi del presente, sul quale altri pretendono di avere l’incontrastato dominio – afferma il critico – fino al limite del pregiudizio. Mi rifugio nella Storia, nella speranza che in essa si rispecchino i siciliani migliori in attesa di un Rinascimento. Assunte le funzioni di membro del governo della Regione Siciliana, e in seguito alle sagge parole del presidente Musumeci che mi richiama alla sobrietà del ruolo pubblico – aggiunge l’assessore ai Beni culturali – prendo atto che la mia libertà di opinione e di esternazione (di cui fu cattivo maestro Francesco Cossiga) è condizionata dallo stato di emergenza nel quale si intende lasciare la Sicilia, limitando i diritti costituzionali garantiti dall’Italia. Sul piano giudiziario – sostiene Sgarbi – la Sicilia è commissariata. Bertolt Brecht e Leonardo Sciascia hanno perso. Il bacio di Andreotti e Riina sigilla l’anomalia della Trattativa, e indica che la Sicilia ha bisogno di eroi. Non vorrò essere io a ostacolarlo. E, in questo spirito, auguro buon lavoro al dottor Di Matteo”.