Paternò. La prima lunga intervista a Nino Naso dopo l’elezione a sindaco

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Come ti senti oggi da sindaco di questa città?
Leggermente stanco, ma questa linea di pazzia e determinazione che poi è l’amore per questa città che io sento sempre dentro il cuore, non si ferma mai. Ho l’onore ma anche l’onere di amministrare, e la responsabilità è tantissima. Paternò ha enormi potenzialità e mi dispiace che fino ad adesso non siano uscite fuori  veramente. I giovani, i professionisti, l’associazionismo, gli imprenditori. Forse nel tempo è mancata una cabina di regia, forse sono mancati i riferimenti giusti e certi. Io con tutto il cuore e con tutta l’anima mi sforzo quotidianamente per far si che i paternesi inizino a ragionare costruttivamente tra di loro. Non è facile, l’abitudine è un’altra. Si è preferito il forestiero quasi in tutto, ma abbiamo il dovere di rimettere Paternò e i paternesi al centro. Spero che i miei concittadini si rendano conto dell’enorme sforzo che serve per compiere i giusti passaggi.

Il direttore di Freedom24 intervista il sindaco di Paternò Nino Naso.

Il direttore di Freedom24 intervista il sindaco di Paternò Nino Naso. (Foto: A. Carobene)

Tu oggi sei sindaco da alcune settimane, ma ti ricordi come è rinata questa idea di scommetterti ancora? Quando hai pensato che potevi farcela?
Ti devo dire che il mio impegno in politica e nella città c’è stato da sempre, da giovanissimo. Nel 2002 l’impegno è diventato politicamente diretto, e la gente ci ha creduto insieme a me. Feci anche l’assessore in una stagione politica che oggi io ma anche molti paternesi ricordano con nostalgia e ottimismo, un periodo in cui facemmo davvero cose straordinarie. Poi l’esperienza in opposizione in Consiglio Comunale. Non è facile scendere in strada e ascoltare continuamente ciò che la gente ha da dirti, ma a me è sempre venuto semplice ed anche naturale. Alla fine decisi di accogliere l’invito che mi giungeva da più parte di pormi al centro di un progetto da candidato sindaco nel 2012 ad appena quaranta giorni prima della data del  voto. Forse fui penalizzato dai partiti, la gente forse non mi ha percepito sufficientemente libero di assumere le decisioni in piena autonomia. Adesso è stato diverso perché abbiamo potuto dare le carte direttamente senza scendere a compromessi vincolanti con nessuno ma solo con i cittadini, alla testa di un progetto civico. I cittadini hanno individuato in me un paternese come loro che li amministra, e questa soddisfazione che ho diventa per me una responsabilità enorme.

E cosa ti ha convinto a riprovarci nel 2017?
Nel 2012 al ballottaggio facemmo una scelta di coerenza. Qualcuno ancora oggi non la comprende, fu forse la strada più difficile ma fu la strada giusta. Essendo posizionato al centro, essendo io un moderato da sempre, avrei potuto apparentarmi con chiunque. Fare una scelta di comodo e diventare sindaco. Feci una scelta di dignità per lanciare un messaggio ai miei concittadini. Un messaggio che mi dispiace dire non fu recepito. Io sono sempre stato disponibile, e chi mi conosce lo sa, ma ammetto di avere vissuto un momento di forte delusione e amarezza. I miei affetti più cari hanno vissuto insieme a me i momenti successivi a quella sconfitta e sanno. Dopo, e con il sostegno continuo dei miei amici di sempre e della mia famiglia, ma soprattutto con quella grande fetta di città che invece quel messaggio di libertà lo aveva recepito, e poi anche con tanti che avevano votato chi ci ha preceduto e che venivano da noi pentiti di averlo fatto, abbiamo capito che potevamo pensare di riprovarci. Anzi, forse lo hai dimenticato ma tra quelli che più di tutti ha insistito perché tornassimo a candidarci c’eri anche tu.

Temporeggiavi di continuo.
La politica è una cosa che ci assorbe totalmente, che ci allontana dalla nostra vita personale e talvolta anche dai nostri affetti, ma devo dire che senza l’approvazione della mia famiglia non avrei mai potuto accettare di ripresentarmi alla città. Chi si impegna direttamente appare in televisione, facciamo interviste come questa, siamo continuamente esposti, ma la gente dimentica che un politico è una persona normale. Una persona che serba anche i suoi timori, perché no. Solo con l’aiuto di chi davvero ti conosce e di chi ti vuole bene riesci ad ottenere risultati. Ed io fortunatamente credo di avere molte persone che prima del candidato sindaco, poi sindaco, vedono l’uomo e lo apprezzano per quello che è, con i suoi pregi e i suoi difetti che sono tanti. L’importante è essere se stessi, e questo alla gente è piaciuto a tal punto da scegliersi per la prima volta un sindaco senza l’imposizione di nessun padrino politico. E’ un forte messaggio che abbiamo voluto lanciare anche all’esterno.

E’ vero che ti alzi al mattino alle 6 e vai a dormire se va bene a mezzanotte, non prima di avere parlato con almeno tre o quattrocento persone e risposto a quasi cinquecento chiamate ogni giorno?
La gente ci ha eletti anche per questo. I paternesi avevano ed hanno bisogno di un riferimento che li ascolti anche sugli argomenti che possono sembrare i più innocui. Un problema familiare, una questione personale da chiarire, un consiglio, il sindaco viene cercato anche per questo. Sapevo già quanto i miei concittadini fossero stati abbandonati, ma giorno dopo giorno mi rendo conto del totale vuoto che ci ha preceduto. Cerco al meglio di fare il mio dovere, dalle sei del mattino a mezzanotte. Al momento più di questo non riesco a fare, e spero che basti.

Cosa pensi dei partiti?
Devono aiutare, io l’ho sempre pensata così. Nel momento in cui ho ritenuto che in quel preciso momento storico i partiti non stavano aiutando ma anzi stavano appesantendo la società, ho pensavo insieme a tanti altri amici e collaboratori di mettere in campo una comunità che rispondesse solo alla città. Abbiamo perfino convinto un partito nazionale come Fratelli d’Italia a concorrere nella nostra coalizione a patto che cambiasse la sua denominazione, il suo simbolo, che non ponesse veti e che la discussione la facessimo con la classe dirigente paternese. Siamo riusciti anche in questo. Tengo a precisare che non sono contro i partiti. Peraltro se lo dicessi apparirei ipocrita, avendone fatto anche parte in passato. Ma c’è un momento in cui ti rendi conto che devi decidere a chi rispondere, se al capo partito o al Popolo. Io ho scelto il Popolo.

Ti aspettavi di vincere a primo turno con il 46% dei consensi?
Me lo auguravo ma non era facile e non è stato facile. Con cinque candidati sindaci, con l’uscente in campo e con un raggruppamento politico che metteva insieme anche esponenti della politica ad alti livelli che quindi era tutta contro di noi, imporsi con quel risultato ha significato molto per me e per tutta la città. C’era anche il Movimento Cinque Stelle, ma noi siamo riusciti miracolosamente a trasformare il voto dei paternesi sfiduciati e disgustati dai politici in un voto consapevole e di speranza. Sarei un ipocrita a dirti che non credevo potessimo riuscirci, perché vivo la città e ho sempre sentito che questo risultato poteva essere alla nostra portata. E così è stato, per non contare gli oltre tremila voti annullati. Siamo in realtà ben oltre il 46% ufficiale ottenuto.

Curiosità: rifaresti una lista “Nino Naso Sindaco”?
Perché no? Sperando che non venga ancora sorteggiata accanto al nome del candidato sindaco sulla scheda elettorale. Uno scherzetto che forse ha confuso l’elettore, ma va bene così.

Un'immagine inedita dell'allora candidato sindaco di Paternò Nino Naso, oggi primo cittadino, al primo piano del suo comitato elettorale un attimo prima di vincere le elezioni Amministrative dell'11 giugno al primo turno. Accanto a Nino Naso la figlia Elisabetta e alcuni collaboratori.

Un’immagine inedita dell’allora candidato sindaco di Paternò Nino Naso, oggi primo cittadino, al comitato elettorale un attimo prima di vincere le elezioni Amministrative dell’11 giugno al primo turno. Accanto a Nino Naso la figlia Elisabetta e alcuni collaboratori.

Ero dietro di te al comitato elettorale la mattina del 12 giugno, quando aspettavamo lo zerovirgola percento che ti avrebbe fatto vincere a primo turno. Cosa ricordi di quei momenti?
Che fossimo oltre lo sentivo nel cuore, venivano le televisioni a chiedere un’intervista al sindaco eletto alle otto del mattino. Li abbiamo fatti aspettare tutti fuori, perché non sapevamo ancora come sarebbe finita. Sentivo un coro da stadio al piano terra del comitato, la gente urlava il mio nome, il solo pensiero mi commuove ancora adesso perché ho provato e provo per tutti gli amici e per la città un bene infinito. La grafica dalle sezioni si aggiornò con una scritta che diceva che eravamo al 39,8%. Ricordo che qualcuno mi abbracciò da dietro ed io credetti che ce l’avevamo fatta, poi dal computer mi imposero di aspettare. Arrivammo al 40% dopo cinque interminabili minuti. Scoppiammo tutti in una gande urlo di gioia e abbracciai per prima mia figlia Elisa, che era li accanto a me, poi tutti gli altri. Mi affacciai dal balcone e qualcuno mi diede in mano una bandiera rossazzurra che sventolai forte. E’ e resterà uno dei momento più indimenticabili della mia vita. Poi in corteo tutti in piazza Indipendenza. Gran bei ricordi che rimarranno per sempre nel mio cuore e nel cuore di chi c’è stato.

Parli sempre di questa bandiera rossazzurra.
E’ il mio cuore, la mia vita. Capita a volte di partire per qualche brevissima pausa dal lavoro, e già dopo due o tre giorni sento il desiderio di ritornare. Credo capiti a tutti quelli che amano fortemente le proprie radici e le proprie origini, e così le amo io. Per me il Castello Normanno, la Villa Moncada, Sant’Antonio dove sono cresciuto, Piazza Indipendenza, sono la mia vita.

E Santa Barbara? Portasti un omaggio un momento dopo la tua elezione, quasi a ringraziarla.
Hanno fatto pure una canzone simpaticissima, l’hai sentita? Santa Barbara è Paternò, mi emoziono a parlane perché rappresenta tutti i paternesi veri, i paternesi che hanno l’orgoglio dell’appartenenza. La città si stringe, si unisce ogni anno. Ce l’ho anche qui nel mio ufficio, vedi? E’ appesa li, la porto sempre con me perché protegge e guida nelle scelte che compiamo ogni giorno. E poi mi ricorda la mia giovinezza, mio nonno fu uno dei portatori del Fercolo della Patrona, io stesso da ragazzo suonavo le campane a Sant’Antonio all’arrivo della Santa.

A proposito, Santa Barbara si o no?
Alla grande. Anche se andrei a elemosinare io, a proposito di elemosina. Nessuno dovrà mai permettersi di mettere in discussione i festeggiamenti in onore della nostra Patrona. Esattamente come fanno a Catania, per esempio, dove nessuno osa mettere in dubbio i festeggiamenti di Sant’Agata. E’ un momento che unisce tutti, che rilancia il territorio, che emoziona e che offre ai fedeli un momento di grande raccoglimento e preghiera. Sul piano laico, la città vive certamente un momento di slancio anche sul piano commerciale e imprenditoriale, essendo la Festa di Santa Barbara attrattiva anche per molti cittadini che vengono a trovarci anche dal comprensorio. Già in questi giorni inizieranno ad istallare le luminarie, ritornerà la banda in Piazza Indipendenza, torna lo spettacolo del Piro-musicale, torna l’Entrata dei Cantanti e l’illuminazione andrà anche in via Emanuele Bellia.

Quando sei arrivato qui, i primi giorni, che situazione hai trovato?
Io non parlo mai per abitudine di chi mi precede in generale. Non lo faccio nella vita, nelle situazioni di ogni giorno che mi capitano, e mi comporto allo stesso modo in politica. Farò quindi uno strappo adesso, e non ne parleremo più. Ti dico che abbiamo trovato una situazione drammatica e di abbandono. La prima cosa che abbiamo fatto è stata incontrare i dirigenti comunali e tutti i dipendenti. Ci rimbocchiamo le maniche e lavoriamo, non è corretto e non è nel mio stile sedermi sulla sedia e farmi chiamare sindaco senza fare nulla per meritarlo. E poi, se mi consenti, un passaggio su ciò che è stato detto su di me e su di noi, falsità continue e tentativi di delegittimazione politica ai limiti della calunnia e della diffamazione, mentre invece da parte mia ci si è sempre limitati alla replica sul piano politico. E’ anche questa la civiltà che vogliamo trasmettere alla città. Servono messaggi di pacificazione e dobbiamo unire il territorio. Speriamo di farcela tutti insieme.

Il sindaco Nino Naso durante l'intervista. (Foto: A. Carobene)

Il sindaco Nino Naso durante l’intervista. (Foto: A. Carobene)

Davanti a me qualcuno ha detto che “Nino Naso arriva ma non potrà fare niente, perché soldi non ce n’è”. Ed invece una grande estate.
Quando tu ami la tua città sentendola come la tua casa, ti sforzi di raggiungere l’obiettivo. Io sento la città come se fosse la mia famiglia, e se mia figlia compie gli anni io faccio tutti gli sforzi possibili per riuscire a realizzare una bella festa. E’ così che ho fatto con Paternò, andando quasi ogni giorno a Palermo alla ricerca di soluzioni. Abbiamo fatto questa “Via dei Castelli dell’Etna” che ha messo insieme spettacoli di qualità e spettacoli popolari, dalla trasmissione “Insieme” alla rappresentazione del Teatro Massimo Bellini, ai Pupi siciliani dei Fratelli Napoli. Per arrivare alla Fiera di Settembre, nove giorni di spettacoli ed intrattenimento dalle sette all’una del mattino, e con tanti stands con altrettanti commercianti che hanno promosso le loro attività. Ti sembra poco, a sole due settimane dal nostro insediamento?

E il bilancio? Le prospettive finanziarie dell’Ente che qualcuno descrive come drammatiche quali sono? Qualcuno parla anche di dissesto finanziario.
No. Il dissesto finanziario non ci sarà. Sapendo a cosa andavamo incontro ho istituito un Ufficio Europeo e stiamo mandando avanti tre finanziamenti per oltre un milione di euro. Stiamo cercando anche di mettere in sicurezza le entrate, oltre che le uscite comunali. Né strisce blu, né passi carrabili, né pubblicità. Forse saremo anche in grado di abbassare l’aliquota sui rifiuti facendo pagare meno ma per pagare tutti. Proprio in questi giorni stiamo valutando tutte le ipotesi con gli uffici ed insieme al nostro assessore al Bilancio e al Segretario Generale.

Si è parlato di commissione intercomunale tra tutte le Amministrazioni del comprensorio etneo. Persiste questa iniziativa?
Si lavora continuamente a questa prospettiva, ma intanto c’è il Patto del Fiume di cui io sono stato nominato presidente-portavoce, di cui fanno parte tredici Comuni fino a Regalbuto. Le sinergie devono esserci, questa città è stata relegata per tanti anni in un isolamento politico ed istituzionale senza precedenti. Se crei il vuoto intorno a te crei anche il vuoto intorno ai rapporti con i tuoi colleghi sindaci del comprensorio, è questo è un danno non per te amministratore ma per la città. E a proposito del Patto del Fiume, io sto chiedendo di allargare i confini.

Sull’ospedale che dici?
Non ci fermiamo. Ho chiamato la deputazione locale fregandomene dei colori, qui siamo chiamati tutti ad un impegno di responsabilità nei confronti della città. Non possono permettersi di depotenziare il nostro nosocomio. Per il Punto Nascita vedremo, ma il Centro Analisi deve tornare come previsto dal Piano Sanitario Regionale. Come stiamo lavorando sul “Salvatore Bellia”, anche se lì c’è una sentenza che dovrebbe stabilire se è o non è comunale. Intanto ho sentito il commissario e concordiamo nell’idea di salvare la struttura, perché oltre alle dipendenti c’è una comunità di persone in forte difficoltà che non possono essere abbandonate.

Il Carnevale lo facciamo o no?
Lo facciamo al cento per cento. Ho già avviato una discussione con le scuole, il primo anno non sarà il Carnevale dei sogni, ma cercheremo di dare dignità a questo momento di aggregazione per la città e soprattutto per i paternesi più giovani che si vedono costretti ad andare fuori per vivere alcuni momenti di spensieratezza.