Magia o strategia? Il simbolo del Pd riappare come per incanto in Consiglio Comunale, dopo essere stato negato per la campagna elettorale delle scorse Amministrative paternesi. Adesso il gruppo si è ricostituito in Assise, con Filippo Sambataro presidente del Consiglio Comunale e i consiglieri Barbara Conigliello e Luigi Gulisano, ai quali potrebbe aggiungersi presto anche qualcun’altro.
Alle recentissime elezioni Amministrative i tre si sono presentati a sostegno della candidatura di Nino Naso con la lista civica “Presenti Sempre – Naso Sindaco”. Dalla seconda seduta del Consiglio però, immediatamente dopo l’elezione di Sambataro a presidente, è emersa quest’esigenza e la comunicazione – presentata ufficialmente agli inizi dello scorso agosto – del medesimo gruppo del Partito Democratico. “Presenti Sempre – Naso Sindaco”, con i suoi oltre 2000 voti ottenuti alle scorse elezioni Amministrative, ha conquistato tre seggi e adesso rimane clamorosamente senza rappresentanti creando parecchi mal di pancia specie tra i candidati della medesima lista e malgrado il responso elettorale. Bisogna ricordare che Filippo Sambataro è stato fino alla scorsa primavera il segretario del Pd paternese, poi autosospeso per la durata della campagna elettorale. La travagliata vicenda del Pd paternese ha raggiunto l’apice durante i giorni che hanno preceduto le scorse elezioni Amministrative, quando il partito si è disgregato in tanti piccoli satelliti che nella mappa elettorale ha significato individuarli a sostegno di ben tre candidati a sindaco. Situazione paradossale che porta ancora una volta la città di Paternò ad essere emblema di una scissione consumatasi anche a livello nazionale. Probabilmente la disgiunzione del partito a livello cittadino ha portato a ricusare il simbolo da parte dagli organi provinciali, confusi anche su a chi concederlo, con piena adesione dello stesso segretario del Pd paternese Filippo Sambataro.
Dei tre raggruppamenti che si sono determinati a sostegno dei candidati a sindaco delle ultime elezioni (tesserati del Pd sostenevano il gruppo del sindaco uscente Mauro Mangano, altri sostenevano Nino Naso e un altro gruppo il candidato Anthony Distefano) in Consiglio Comunale sono riusciti ad accedervi coloro che sono stati eletti nella lista civica “Presenti Sempre – Naso Sindaco” e quelli della lista civica “Paternò 2.0” a sostegno di Anthony Distefano con il risultato di avere elementi riconducibili al Pd sia in maggioranza che all’opposizione. Che sia in crisi a livello nazionale il partito di Matteo Renzi non pare ci siano dubbi, ma la prova del nove probabilmente la fornisce Paternò con questi esperimenti da kamikaze.
Quindi il Pd risorge a Paternò, grazie ai tre consiglieri Sambataro, Conigliello e Gulisano, ma quanti sono quelli che si sentono rappresentati adesso da questa lega da araba fenice? Riesce arduo pensare possa essere il gruppo facente capo all’ex sindaco Mauro Mangano, crediamo neanche la restante parte che si trova in Consiglio all’opposizione, almeno secondo l’ordine delle cose, trattandosi appunto di “opposizione”. Inoltre il segretario provinciale del Pd di Catania, Enzo Napoli, in un comunicato ha spiegato i motivi di un disconoscimento di fatto di questa azione dei tre consiglieri in questione, eletti in lista civica e passati al Pd immediatamente dopo l’elezione del presidente, definendola “una forzatura politica”. Se così fosse, non vi sarebbe quindi l’avallo della Segretaria Provinciale.
Qualcuno potrebbe dire “sono liberi di andare dove meglio credono”, i consiglieri comunali, eletti senza vincolo di mandato, senza sapere forse che tutti i candidati di tutte le liste a sostegno di Nino Naso firmarono un codice etico al momento dell’accettazione della candidatura. Un codice che al punto 8 recita: “Per l’intera consiliatura, e il mandato ricevuto dagli elettori, il candidato si impegna a non passare per convenienza o per interessi personali ad altro gruppo consiliare (…) e a dimettersi qualora non condividesse il percorso politico o uno o più punti del programma presentato”. Come intendano spiegare questo passaggio gli eletti di “Presenti Sempre – Naso Sindaco”, quindi, non è ancora dato saperlo. Un imperativo etico e morale che non potrebbe essere eluso nel rispetto della volontà degli elettori. Ma ormai il dado è tratto.